Chi pensa ai CSV? Le proposte di ConfiniOnline per i Centri di Servizio per il Volontariato italiani.

I Centri di Servizio per il Volontariato stanno vivendo un momento storico particolare e ConfiniOnline ritiene che partnership, collaborazioni e acquisizione di nuove competenze possano essere utili a superarlo con successo. ConfiniOnline ha pensato, quindi, di organizzare un incontro riservato ai presidenti, ai direttori, nonché ai responsabili della formazione e sviluppo, per illustrare le proposte ideate per i CSV al fine di contribuire alla loro sostenibilità.

Nel contempo ConfiniOnline ha voluto dedicare uno spazio ai CSV con i quali ha avuto l’opportunità di lavorare per poterne condividere l’esperienza e valutarne la replicabilità.

L’incontro ha visto la partecipazione, tra l’altro, del Prof. Luca Fazzi dell’Università di Trento, il quale è intervenuto sul tema “Il ruolo dei CSV nello sviluppo del Non Profit”.

Il seminario ha rappresentato una occasione unica per analizzare insieme le necessità del settore e testare le proposte messe a punto da ConfiniOnline.


 

SINTESI INTERVENTI:


Luca Fazzi – Università di Trento, Il ruolo dei CSV nello sviluppo del Non Profit

Il primo intervento, affidato al professor Luca Fazzi dell'Università di Trento, nasce dall'interesse, condiviso dai partecipanti al seminario, di fare chiarezza attorno all'attuale realtà organizzativa che caratterizza i CSV – Centri di Servizio per il Volontariato italiani. Il prof. Fazzi introduce così, coinvolgendo gli astanti, un'analisi generale del fenomeno CSV ravvisandone le criticità più diffuse, quali le difficoltà di rappresentanza e di posizionamento all'interno del mondo del Volontariato.

La crisi economica, infatti, è attualmente tutt'altro che risolta, se pensiamo ai flebili progressi registrati recentemente in Italia dall'indicatore PIL, cresciuto di 0,2 punti percentuali circa dopo una caduta di 10 punti percentuali dal 2008 ad oggi. Inoltre non va dimenticato che gli istituti bancari e le rispettive fondazioni, principali fonti di finanziamento delle attività dei CSV, risentono ancor oggi dell'onda lunga di una crisi che, esplosa in ambito finanziario, ha trascinato con sé l'intero sistema economico. Ne consegue quindi che la formula rigida, decretata per legge, del finanziamento istituzionale cui sono vincolati i CSV incide negativamente sulla sostenibilità economica di tali realtà organizzative. Il CSV nasce infatti in funzione di un determinato posizionamento strategico, ideato nel corso degli anni Novanta, strumentale al processo di privatizzazione degli istituti bancari ma che oggi appare ormai totalmente stravolto e inattuale.

Mentre la sfida sopra-accennata della rappresentanza all'interno del mondo del Volontariato si caratterizza soprattutto politicamente e in relazione alle peculiarità territoriali in cui ogni CSV si trova a operare, quella del posizionamento strategico si profila come una questione organizzativa che interessa l'assetto istituzionale interno e le relazioni esterne del fenomeno organizzativo dei CSV.

Per analizzare questa seconda sfida il prof. Fazzi propone così ai partecipanti di elaborare un'analisi SWOT sulla realtà organizzativa dei rispettivi CSV. Questa soluzione di auto-verifica potrebbe infatti rivelarsi efficace per comprendere in quali condizioni di salute si trovino oggi i CSV.

Il Terzo Settore, sottolinea il prof. Fazzi, evolve storicamente attraverso strategie di innovazione, si pensi al fenomeno della cooperazione sociale dei primi anni Novanta, per approdare a forme o strategie di adattamento fondate su una forma mentis adattiva, conservativa e scarsamente reattiva, modellata a partire dal riconoscimento normativo che, se recepito passivamente, si rivela solitamente una trappola organizzativa, una sorta di labirinto routinario che inibisce l'ente interessato.

Quest'ultimo esito potrebbe interessare la realtà attuale dei CSV i quali, per ovviarne gli esiti negativi, possono reagire, a partire da un'analisi SWOT, prendendo coscienza, da una parte, dei punti di forza e di debolezza delle rispettive strutture organizzative, quindi individuando, dall'altra, minacce e opportunità esistenti nel contesto in cui operano.

Tra i punti di forza individuati dai CSV rappresentati in aula sono emersi i seguenti aspetti:
  • Il riconoscimento territoriale: considerato un lascito dell'istituzione madre, la cassa di risparmio, oppure un sintomo dell'ampliamento reale del bacino d'utenza, registrato negli ultimi anni, dei servizi erogati dai CSV italiani.
  • La prossimità relazionale: resa possibile dall'organizzazione dei CSV su base provinciale oppure regionale, dalla composizione territoriale della base sociale di questi enti, infine dalla fornitura di servizi di accompagnamento e di finanziamento fondamentali per l'azione del Volontariato organizzato.
I punti di debolezza individuati sono invece i seguenti:
  • L'incomunicabilità organizzativa: criticità che oggi si respira all'interno del Terzo Settore e che interessa, inevitabilmente, anche i CSV, dove pare attribuibile allo scarso ricambio generazionale osservabile nelle leadership, incapaci spesso di dialogare con il cosiddetto “Nuovo Volontariato” e con i movimenti emergenti, in tema di volontariato, della società civile.
  • L'etero-direzione politica dei CSV: ravvisabile forse in un management eterogeneo in balia di mutamenti politico-organizzativi spesso inconciliabili e coattivati; si pensi al debole dialogo esistente tra fondazioni bancarie e movimenti della società civile ispirati dall'ecologismo oppure da nuove forme di solidarietà sociale quali quelle promosse dall'economia dei beni comuni.
  • La rigidità organizzativa: causata probabilmente da un eccesso di “specismo”, ovvero da una struttura istituzionale a compartimenti stagni, scarsamente relazionale, poco incline nel cogliere il cambiamento o forse incapace di elaborarlo. E' tuttavia evidente la precarietà derivante dal finanziamento mono-canale, proveniente dal mondo delle fondazioni e della finanza, quindi da un canale peraltro in forte crisi di legittimità.
  • Lo sfilacciamento politico: caratterizza i diversi centri di rappresentanza politica del Volontariato, tra cui CSVnet e CNV – Centro Nazionale per il Volontariato, divergenti e troppo distanti per l'elaborazione di una concezione comune del Volontariato.
Le cosiddette minacce contestuali individuate dai partecipanti al seminario sono invece le seguenti:
  • L'affermazione di competitor: quali società cooperative consortili e associazioni di secondo livello anch'esse in grado di erogare i medesimi servizi offerti al Volontariato dai CSV.
  • La politica di Governo: questa, nelle sue ultimissime e più aggiornate elaborazioni, espunge dalla propria agenda i termini di tutela dei diritti per elaborare una politica efficentista dei servizi sociali.
  • La crisi del Volontariato organizzato: attualmente scavalcato da un nuovo tipo di Volontariato che sembra reggersi sullo spontaneismo individuale e sull'interesse esperienziale piuttosto che sulla militante condivisione valoriale.
  • La crescita economica fittizzia: un irrisorio aumento di 0,2 punti percentuali dell'indice PIL viene oggi strumentalmente sbandierato, dopo un drastico calo di 10 punti percentuali registrato negli ultimi otto anni che ha condannato irreversibilmente il welfare pubblico all'insostenibilità economica.
  • Il movimento politico di imprenditorializzazione del welfare: ravvisabile, ad esempio, nei contenuti più criticati del decreto legge di riforma della Scuola e che influenza oggi anche l'intero Terzo Settore richiedendone performance economiciste e l'adozione di stili di lavoro ispirati dalla business community.
Le opportunità ravvisate nel contesto operativo attuale dei CSV sono infine le seguenti:
  • Un auspicabile allargamento della governance: aprirebbe ai CSV la possibilità di allargare il raggio d'azione in favore di un'ampia parte di Terzo Settore sino ad oggi rimesto estraneo alle politiche dei CSV.
  • La crescita esponenziale dei bisogni socio-sanitari: l'invecchiamento della popolazione, l'analfabetismo di ritorno, l'immigrazione e il nuovo disagio economico-sociale rappresentano sfide di fronte alle quali i CSV non possono restare a guardare.
  • L'orientamento all'imprenditorialità sociale: si tratta oggi della missione chiave nell'ambito dei servizi al Terzo Settore e i CSV detengono le competenze e la leva politica per esserne tra i principali ambasciatori.
L'analisi SWOT promossa dal prof. Fazzi e realizzata con la partecipazione dei CSV rappresentati in aula consente così di tirare le fila su realtà attuale e prospettive future d'interesse per i CSV.

Il cuore della sfida organizzativa che incalza e attende i CSV negli anni a venire non può che essere di natura strategica, dal momento che allo stato attuale il CSV non si dimostra capace di intercettare le opportunità esistenti. Sono tuttavia ravvisabili, all'interno dei CSV, persone e capacità in grado di interpretare il cambiamento e, nello specifico, la nuova mission allargata che attende i CSV all'interno di un Terzo Settore in piena espansione. Ricambio politico e di leadership, ristrutturazione organizzativa possono dunque rappresentare i driver principali del rilancio istituzionale dei CSV italiani.


Lucia Piacentini, DarVoce – CSV di Rggio Emilia

Lucia Piacentini, DarVoce, esordisce, quasi rispondendo alla conclusione dell'intervento del prof. Fazzi, presentando “DarVoce al cambiamento”, il documento programmatico per il rilancio strategico del CSV di Reggio Emilia. Si tratta di un documento ispirato da un'approfondita riflessione sulla governance del CSV di Reggio Emilia e finalizzato alla riorganizzazione funzionale di struttura operativa e staff, da una parte, e dell'organo direttivo, di governo e di responsabilità politica, dall'altra.

La peculiarità di maggior interesse sulla ristrutturazione dell'assetto operativo rigurada la riorganizzazione dello staff in relazione ai servizi offerti e non più, secondo lo schema classico, in funzione dei ruoli; gli ambiti di servizio individuati sono quindi rivolti al Volontarato organizzato, ai cittadini e alle imprese, infine agli enti pubblici.

Per ciò che concerne la sostenibilità finanziaria del centro essa è garantita da un mix equilibrato di risorse autonome e di risorse di accantonamento che, sommate a quelle recuperate attraverso il fundraising, consentono di resistere alla seconda sfida che fa da cornice al CSV di Reggio Emilia e accompagna quella organizzativa, ovvero la crisi del welfare e dei suoi classici canali di finanziamento.

Il CSV di Reggio Emilia affronta questa crisi promuovendo azioni promozionali e facendosi ambasciatore di una cultura del dono e della filantropia in grado di diffondere e radicare sul territorio il valore fondante dell'esperienza del dono. DarVoce si propone infatti, a partire dalla collaborazione sviluppata negli anni passati con ConfiniOnline, di praticare e promuovere la buona pratica del fundraising sul territorio, per affiancare le associazioni nella ricerca di soluzioni efficaci per la sostenibilità organizzativa e per rilanciare l'operato dello stesso CSV.

La gestione di servizi di accompagnamento al Volontariato in house significa inoltre, per il CSV di Reggio Emilia, dare valore al proprio lavoro, oltreché dotarlo di competenze professionali che promuovano la gratuità responsabile del lavoro sociale tenendola ben al riparo dalla logica commerciale del servizio gratis.


Stefania Fossati – ConfiniOnline, Finanziamenti Europei per i CSV

Consulente in tema di progettazione europea, la Dr.ssa Stefania Fossati ha affinato la propria esperienza professionale lavorando in passato per un omologo croato dei centri di servizi al volontariato italiani. Questa esperienza comparata le consente di osservare analogie e peculiarità organizzative che differenziano il Volontariato sulle due sponde dell'Adriatico.

Una differenza macroscopica è fin da subito ravvisabile nel diversissimo grado di consapevolezza europea che distingue il Volontariato croato, maturo e in buoni rapporti col continente, da quello italiano, disinteressato alle opportunità connesse all'opera di europeizzazione del Volontariato.

Acquisire un profilo organizzativo europeo, sostiene la Dr.ssa Stefania Fossati, favorisce l'opportunità per i CSV italiani di sviluppare strategie di partenariato, quindi promuovere simultaneamente pratiche di coinvolgimento della comunità diretta, contestuale, e allargata, europea.

Il fine resta quello di produrre innovazione sociale votata però a creare un impatto europeo, praticabile attraverso l'esercizio della rete, delle relazioni inter-organizzative e internazionali. La pratica della rete è infatti centrale per ogni ente che voglia realmente caratterizzarsi come sociale e la dimensione europea non può che arricchire e potenziare questo “segno particolare” proprio di ogni organizzazione sociale.

L'Unione Europea promuove diversi programmi destinati alle organizzazioni non profit e, tra questi, molti di potenziale interesse per la realtà dei CSV, che sono invitati a profittarne per rinforzare, legittimare oppure allargare la propria rete organizzativa, operazione imprescindibile per ogni ente che intenda caratterizzarsi come innovativo.


Paolo Duranti – ConfiniOnline, Civil Act, nuovi e possibili spazi per i CSV

Il Dr. Paolo Duranti, consulente di ConfiniOnline, esordisce facendo appello a un cambio di mentalità, da parte dei CSV italiani e dell'intero Terzo Settore, che consenta agli operatori di prendere prima consapevolezza e sapersi poi favorire degli innovativi istituti giuridici di marca sociale promossi dal Legislatore negli ultimi anni.

La missione che interessa attualmente il governo dei CSV è quella di sapere cogliere e interpretare vincoli e opportunità abbozzate dal Legislatore nel disegno di Legge delega di Riforma del Terzo Settore in discussione alle Camere.

Obblighi, doveri e vincoli giuridico-fiscali implicano diverse responsabilità contabili e nuovi istituti civilistici coerenti allo spirito imprenditorialista proposto dal Legislatore e in via di formalizzazione all'interno del disegno di Legge delega di Riforma del Terzo Settore. Con tale Riforma occorrerà infatti prestare maggiore attenzione agli aspetti fiscali e contabili. Si dovrà fare i conti con termini quali RENDICONTAZIONE, TRASPARENZA, CONTABILITA' SEPARATA. Termini come RENDICONTAZIONE e CONTABILITA' SEPARATA richiederanno infatti ai CSV e agli organismi di Terzo Settore specifici adeguamenti amministrativi.

Il principio giuridico della democraticità, inserito nel Codice Civile del 1942, è dunque chiamato oggi più che mai a conciliarsi con quello dell'economicità e dell'efficienza, principio di matrice economicista che il Terzo Settore è invitato a fare proprio per una buona gestione degli enti.


Rosetta Sist - CSV-FVG (Friuli Venezia-Giulia)

La direttrice del CSV del Friuli Venezia Giulia Dr.ssa Rosetta Sist presenta il lavoro “Rinnovarsi nella continuità”, documento programmatico per la promozione della nuova strategia d'azione sviluppata dal CSV-FVG in favore degli organismi di volontariato regionali.

La strategia prevede l'apertura di sportelli gestiti da volontari e distribuiti sull'intero territorio regionale che sappiano connettere in maniera capillare il Volontariato friulano e giuliano.

Lo sviluppo dell'ultimo programma formativo 2014, promosso in collaborazione con ConfiniOnline, ha consentito infatti di procedere all'ampliamento del corpo docente e all'arricchimento tematico dei servizi di formazione.

Nel lavoro di formulazione dell'ultimo catalogo formativo il CSV-FVG ha tenuto in grande considerazione quanto emerso dal confronto promosso con i gruppi di lavoro, dalle richieste della Regione, dalle esigenze di formazione obbligatoria prevista per i soggetti accreditati al Servizio Civile Nazionale, quindi, ma non in ultimo, dalle richieste avanzate dalle associazioni di volontariato territoriali.

Quest'ultimo programma formativo ha infatti visto il coinvolgimento di gruppi di lavoro tematici, enti, e rappresentanti delle organizzazioni di Volontariato, primi destinatari di questa nuova strategia organizzativa fondata su una stimolante curiosità e apertura relazionale che anima il CSV regionale sulla strada verso nuove sfide istituzionali e un sempre più solido riconoscimento territoriale.

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