Anche se fino ad un certo punto… (Scopri di più su: InfusoAllaMente.org)

Quante volte vi siete chiesti come Star di Hollywood abbiano avuto il coraggio di farla finita?! Ma come?! Potevano avere qualunque cosa…pieni di soldi e fama!!! Ma non è tutto oro quello che luccica. Cerchiamo di spiegarci meglio…


Il paradosso di Easterlin

Il paradosso di Easterlin (Easterlin Paradox) o paradosso della felicità è stato messo a punto nel 1974 dall’economista Richard Easterlin. Cercando di comprendere i motivi che risiedevano dietro la limitata diffusione della crescita economica nel mondo contemporaneo, l’autore dimostrò che la felicità delle persone dipende molto poco dalle variazioni di reddito e di ricchezza. Questo paradosso, secondo Easterlin, si può spiegare osservando che, quando aumenta il reddito (e quindi il benessere economico), la felicità individuale aumenta progressivamente, ma solo fino ad un certo punto, poi comincia a diminuire, seguendo una curva ad U rovesciata (come l’aggressività con le alte temperature!! Non ti ricordi?! Ecco l’articolo: “Che tempo che fa?”).

I dati raccolti da Easterlin si basavano su auto-valutazioni soggettive della felicità in cui agli intervistati veniva posta la domanda: “Nell’insieme, ti consideri molto felice, abbastanza felice, o non molto felice?”. Le risposte arrivarono sostanzialmente ad evidenziare una correlazione non significativa tra:
  • reddito nazionale (PNL) e felicità: i Paesi più poveri non risultano essere significativamente meno felici di quelli più ricchi, o almeno non a causa del solo reddito. Studi successivi infatti hanno mostrato in particolare gli effetti “indiretti” sulla felicità di altri fattori generati dalle economie sviluppate, quali ad esempio la maggiore stabilità della democrazia, la maggiore tutela dei diritti umani e le migliori condizioni della sanità. Questi incidono in maniera più significativa sulla percezione di felicità delle persone, riducendola decisamente nei Paesi poveri rispetto a quelli più ricchi.
  • reddito e felicità delle persone in un dato momento nello stesso Paese: le persone più ricche non sono sempre le più felici;
  • reddito e felicità delle persone valutata nel corso della vita delle singole persone: come sopra anticipato, nella vita delle persone la felicità sembra dipendere molto poco dalle variazioni di reddito e ricchezza.

L’effetto Treadmill alla base del paradosso

L’aumento del reddito/ricchezza è paragonabile al correre su un tapis roulant, rimanendo però sempre nel medesimo punto. Questo perché incappiamo nell’effetto Treadmill o appunto “tapis roulant”:
  • l’hedonic treadmill: è il meccanismo per il quale la nostra soddisfazione, o il benessere conseguente all’acquisto di un nuovo bene di consumo (per esempio, un’automobile suv al posto della precedente utilitaria), dopo un miglioramento temporaneo ritorna rapidamente al livello precedente. Ciò accade perché entra in gioco un meccanismo psicologico di adattamento edonico. In altre parole ci adattiamo al piacere raggiunto, considerandolo come conosciuto e non più nuovo.
Per esempio, quando abbiamo un reddito minore ci accontentiamo di un’automobile utilitaria che ci dà un livello di benessere stimabile a 5, in una scala da 0 a 10; quando il nostro reddito aumenta acquistiamo una nuova auto suv che, dopo aver provocato un miglioramento di benessere per qualche mese (da 5 a 7), ci darà poi lo stesso benessere dell’utilitaria.
  • il satisfaction treadmill: dipende dall’innalzamento del nostro livello di “aspirazione al consumo” al migliorare del reddito. Nonostante la “felicità oggettiva” migliori, le persone richiedono continui e più intensi piaceri per mantenere lo stesso livello di soddisfazione o la stessa “felicità soggettiva” (stabilita attraverso un’autovalutazione personale).
Tornando all’esempio dell’auto, il nuovo suv porta a un benessere oggettivo maggiore, ma poiché con le nuove circostanze reddituali le mie aspirazioni circa l’auto ideale sono aumentate, sperimenterò lo stesso livello di soddisfazione di quando possedevo l’utilitaria (anche se siamo oggettivamente più comodi nella nuova automobile).
  • il positional treadmill: mette l’accento sugli effetti “posizionali” dei beni di consumo. Il benessere che traiamo dal consumo dipende soprattutto dal valore relativo del consumo stesso, cioè da quanto esso si differenzia da quello degli altri con i quali ci confrontiamo.
Mi sento più felice grazie all’acquisto del suv, finchè non scopro che i miei colleghi di lavoro possiedono tutti una Ferrari.

Cosa ti rende felice?

L’effetto Treadmill e il paradosso di Easterlin hanno quindi messo in crisi l’impostazione mondiale dei mercati, indirizzati fino a quel momento alla crescita misurata sulla base del PNL/PIL (il prodotto nazionale lordo diviso per il prodotto interno lordo).

Ciò ha portato economisti e psicologi ad interrogarsi più approfonditamente su cosa intendono le persone per “felicità”, su cosa le rende “felici”.

Se, infatti, raggiungere il benessere economico non garantisce una vita felice, il paradosso di Easterlin induce a riflettere su quale stile di vita è meglio perseguire per la vita personale e per il benessere sociale di una comunità (welfare).

Insomma, se è vero che la felicità è fatta di attimi…iniziate a conservarli uno ad uno nella cassaforte più importante…la vostra memoria… ben presto potrebbero tornarvi utili!

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