Dal 7 agosto scorso a difesa dell'ambiente c'è un "occhio di telerilevamento" che facilita i controlli per prevenire i rischi per l'ecosistema e perseguire chi commette reati ambientali. E' un sistema studiato dal Ministero dell'Ambiente che andrà a integrare il sistema SITA (Sistema Informativo per la Tutela dell'Ambiente) già sviluppato dall'Arma dei carabinieri. Con un accordo firmato questa mattina tra Ministero e Arma.
L'accordo permetterà un costante monitoraggio dell'intero territorio nazionale a caccia di cave illegali, restringimento degli alvei dei fiumi, occupazioni abusive, interventi abusivi su infrastrutture idrauliche, luoghi di scarico di rifiuti solidi e liquidi. Si avrà così una enorme fonte di dati di rilevamento che saranno gestiti attraverso il Portale cartografico nazionale (Pcn) della Direzione generale della difesa del suolo del Ministero dell'Ambiente.
Per mezzo del PCN il Ministero dell'Ambiente consentirà all'Arma la consultazione attraverso meccanismi di cooperazione di tutta la base dati cartografica disponibile ottenuta sia nell'ambito del "Piano Straordinario di Telerilevamento ad alta precisione" che in altri progetti di telerilevamento già avviati.
Questo - oltre a permettere la predisposizione di progetti per la prevenzione dei reati ambientali - consentirà di mettere a punto altri strumenti di carattere legislativo, amministrativo e tecnico, per la definizione di elementi di comune interesse. Un esempio di dialogo tra settori diversi della Pubblica amministrazione volto sia ad aumentare la sicurezza, sia a ridurre sprechi di risorse e inefficienze.