«Le norme anti-assenteismo per i dipendenti pubblici non colpiranno i donatori di sangue e di midollo osseo che, con grande senso di altruismo, compiono un gesto di solidarietà». È quanto ha dichiarato ieri il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta in riferimento al decreto 112 che non prevede la retribuzione delle somme "dei fondi per la contrattazione integrativa" per chi si assenta dal servizio.
«Esprimiamo la nostra soddisfazione», ha detto Andrea Tieghi, presidente di AVIS Nazionale e attualmente portavoce del CIVIS (Coordinamento Interassociativo Volontari Italiani del Sangue), «per la decisione odierna di permettere ai dipendenti pubblici di continuare, grazie al contributo Inps, a ricevere la paga piena se si allontanano dal lavoro per donare il sangue. Ciò dimostra la sensibilità che le autorità hanno nei confronti delle Associazioni di volontari e soprattutto nei riguardi dei tanti lavoratori pubblici che periodicamente donano il sangue. Attendiamo, quindi, atti concreti al ripristino di tale diritto».
Proprio ieri mattina il quotidiano "La Repubblica" aveva pubblicato la seguente dichiarazione di Tieghi in merito alla versione precedente del decreto 112: «Non importa quanti soldi sono. Fossero anche 5 euro si tratta di una cosa ingiusta. Questa è gente che fa del bene, che aiuta altri a vivere. Non deve rimetterci niente".
Tieghi ha poi aggiunto: "Tra tutti abbiamo un milione e 600 mila soci e di questi più di 300 mila sono dipendenti pubblici, gli unici ad avere il taglio in busta paga. Non si tratta solo di un giorno di lavoro, tra l'altro, perché in molti donano anche quattro volte all'anno. E poi è incredibile che la decurtazione valga anche per la donazione di midollo, visto quanto è importante e impegnativa dal punto di vista fisico».
In allegato, l'articolo pubblicato ieri mattina su "La Repubblica".
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