Nell'arco dei prossimi due anni, i fondi UNITAID saranno utilizzati per consentire di far effettuare il test sull'HIV/AIDS a 10 milioni di donne incinte e per fornire trattamenti a 285.000 madri e bambini in 9 paesi beneficiari - Repubblica Centroafricana, Cina, Haiti, Lesotho, Myanmar, Nigeria, Swaziland, Uganda e Zimbabwe -, nei quali si concentra il 25% di tutte le partorienti sieropositive del mondo.
Inoltre, nei 9 paesi i fondi stanziati permetteranno per un anno trattamenti antiretrovirali per le donne incinte sieropositive. «Il test sull'HIV per le donne incinte offre alle madri maggiori opportunità di sopravvivere alla malattia» ha affermato il Direttore generale dell'UNICEF Ann Veneman. «Le donne, i loro bambini e le intere comunità trarranno benefici dalla somministrazione tempestiva di trattamenti salvavita alle madri sieropositive.»

Un elemento di novità del progetto è che esso permetterà all'UNICEF di negoziare prezzi ridotti per i farmaci, consentendo una maggiore diffusione di cure più efficaci per le donne sieropositive, così come trattamenti diretti a prevenire il contagio dei loro bambini.

Questo nuovo slancio farà sì che il protocollo raccomandato dall'OMS per la cura dell'HIV - introdotto nel 2006 e che comporta soluzioni molto superiori a quelle offerte dalla sola terapia a base di Nevirapina - potrà essere attuato in modo più rapido e massiccio.

Una sinergia per estendere l'accesso ai nuovi farmaci
«Il nostro sforzo mira ad andare al di là della semplice prevenzione sviluppando i trattamenti attuali per madri e bambini» ha dichiarato Philippe Douste-Blazy, presidente del Consiglio esecutivo di UNITAID. «Il nostro obiettivo è finanziare le medicine e i sistemi di diagnosi più appropriati ed efficaci disponibili sul mercato tanto per le donne che per i bambini.»

L'OMS garantirà che l'estensione dei programmi, l'utilizzo di farmaci antiretrovirali e la fornitura di materiali sia effettuata secondo le linee-guida e le raccomandazioni vigenti, attraverso la stretta collaborazione con i Ministeri della sanità dei vari paesi.

L'OMS, assicurerà inoltre sostegno in termini di monitoraggio e di analisi dell'efficacia dei programmi di prevenzione della trasmissione madre-figlio dell'HIV affinché raggiungano gli obiettivi fissati a livello nazionale.

«Le donne sono uno dei principali gruppi destinatari dell'azione dell'OMS» ha dichiarato Margaret Chan, Direttore generale dell'OMS. «Esse svolgono un ruolo importante in seno alle comunità locali, per la cura e l'educazione dei bambini, dando un contributo inestimabile allo sviluppo delle società.»

Le tre agenzie stanno già finanziando e fornendo materiali per prevenire la trasmissione madre-figlio dell'HIV in 8 paesi africani, in cui vivono circa 342.000 donne sieropositive.

Per maggiori informazioni, alla pagina:
http://www.unicef.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4725

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