Il rapporto su Energia e Ambiente presentato oggi dall'ENEA contiene molti aspetti positivi e condivisibili, come la forte enfasi data alla necessità di perseguire importanti obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e la tracciabilità di scenari concreti per poter arrivare agli obiettivi richiesti dall'Unione Europea e dagli accordi internazionali.
Altrettanto condivisibile è il fortissimo ruolo assegnato all'efficienza energetica, individuata come motore trainante per conseguire gli ambiziosi obiettivi di riduzione dei consumi e delle emissioni. Peccato poi che nel rapporto si decide in qualche modo di sostenere la scelta del rientro nel nucleare voluta dall'attuale Governo, un sostegno che non sembra limitarsi alla ricerca sulla IV generazione o sulla fusione. Di fatto questo orientamento sposa la tesi di partire subito con le tecnologie oggi esistenti, una decisione che sembra peraltro contrastare con i pensieri espressi dall'ENEA negli ultimi anni: più volte si era affermato che investire sulle attuali tecnologie non avrebbe avuto senso poiché quando gli impianti sarebbero entrati in funzione sarebbero risultati già obsoleti.
Peraltro la stessa dirigenza Enea, nel corso di diversi interventi alla Camera negli ultimi tre anni, non aveva fatto mistero del fatto che le attuali tecnologie nucleari erano troppo costose e con problemi ancora da risolvere, ad iniziare da quello delle gestione delle scorie che ancora non ha trovato una soluzione definitiva in nessun paese del mondo. Da qui l'Enea aveva proposto di investire in ricerca su nuove filiere tecnologiche più affidabili e sicure.
Nel merito del rapporto inoltre, dispiace dover rilevare come nel trattare di energia nucleare siano riportate una serie di dati non corretti: ad esempio,
si sovrastimano le reali riserve di uranio anche rispetto ai dati già ottimistici della IEA, e si sottostimano pesantemente i costi reali dell'energia nucleare, la ragione vera per cui nei paesi con mercati realmente liberalizzati gli impianti nucleari non si costruiscono più da decenni, come gli Stati Uniti ci insegnano. Secondo analisti molto accreditati l'energia nucleare è oggi la più costosa e con i capitali di rischio più elevati.
Infine, il nucleare e le fonti rinnovabili sono spesso in competizione tra loro anche nell'assegnazione dei fondi per ricerca e sviluppo, e proprio quei paesi che maggiormente hanno puntato sul nucleare hanno meno investito sulle rinnovabili, come avvenuto in passato in Francia. Puntare massicciamente sul nucleare, seguendo le intenzioni del nostro Governo, significa andare a scapito di soluzioni più economiche e sicure, immediatamente alla nostra portata, quali l'efficienza energetica e le fonti rinnovabili.
La campagna WWF Generazione Clima chiede un'attivazione collettiva per diminuire del 30% al 2020 le emissioni di gas serra.
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