Come fosse un'attenuante, il ministro Sacconi dichiara che presenterà un emendamento che limiti gli effetti della norma a chi originariamente era destinata, e cioè gli immigrati, che ne godrebbero ingiustamente sottraendo risorse ai cittadini italiani realmente bisognosi. Una vergogna nella vergogna. Alla politica contro i poveri si affianca ancora una volta la prassi del metterli gli uni contro gli altri, alimentando quel clima xenofobo e razzista che proprio oggi il Commissario ai Diritti Umani del Consiglio d'Europa ha stigmatizzato duramente nel suo rapporto sul nostro paese.
Ai tagli alle pensioni sociali, bisogna aggiungere l'annuncio di un possibile nuovo aumento dell'età pensionabile, a nemmeno un anno dal discutibile accordo sul welfare che già, sia pure in modo graduale, prevede un sensibile spostamento in avanti dell'età in cui si matura la pensione.
E l'attacco non si ferma agli anziani. Basta pensare all'emendamento che istituzionalizza la precarietà a vita, limitando a rimborsi pecuniari la penalità per il datore di lavoro che non rispetta il diritto d'assunzione maturato dal lavoratore con contratti a termine ripetuti. Tanti ricorsi in via di definizione positiva verrebbero così annullati, a cominciare da quelli di migliaia di lavoratori delle Poste.
Già questo governo aveva iniziato male, con il demagogico taglio dell'Ici per tutti sulla prima casa, indipendentemente dal valore dell'alloggio e dal reddito di chi lo abita, togliendo risorse agli enti locali che in parte usufruiscono del gettito di quella tassazione e che già si sta traducendo in tagli al welfare locale.
Insomma, una politica economica iniqua, che alimenta la guerra tra poveri, altro che Robin Tax. La verità è che questo governo sta attuando una insidiosa - anche perché non dichiarata - modifica della parte prima della Costituzione, quella che stabilisce i diritti fondamentali delle persone, tra cui il diritto ad un lavoro e ad un reddito che garantiscano un'esistenza dignitosa.
Per ottenere consenso, si è cominciato col colpire i diritti delle minoranze (rom, migranti, emarginati?), e si finisce inevitabilmente per colpire i diritti di tutte e tutti.
Non si tratta più di difendere solidaristicamente i diritti calpestati di qualcuno.
In gioco ormai c'è la tenuta della nostra Carta costituzionale e la democrazia di questo paese.