Il progetto di legge del Veneto intende applicare il regime di deroga previsto dall'articolo 9, comma 1 lettera c) della Direttiva comunitaria 79/409/CEE, quello cioè che riguarda la caccia ricreativa, non dettata da esigenze né scientifiche né volte alla prevenzione di danni all'agricoltura o alla sicurezza.

Un provvedimento, quello che si discuterà nelle prossime ore in Regione, contrario alla Direttiva comunitaria ma anche alla Costituzione italiana, come dimostra la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato un'analoga legge della Regione Lombardia.

Nella lettera inviata dalle associazioni al Presidente del Veneto Giancarlo Galan, si spiega come molte regioni italiane, compreso il Veneto, abbiano negli ultimi anni emanato leggi che prevedevano la caccia in deroga provocando così l'intervento della Commissione europea e la conseguente apertura della procedura d'infrazione n. 2006/2131, procedimento che oggi è arrivato fino alla Corte di Giustizia.

"Le deroghe - scrivono ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE, LIPU, VAS e WWF - sono per definizione uno strumento eccezionale, al quale nessuno può ricorrere in modo continuo e ordinario. Il nuovo progetto di legge del Veneto - proseguono le associazioni - rappresenta un'ulteriore violazione dell'articolo 9 della Direttiva "Uccelli" e un conseguente aggravio delle violazioni che hanno portato fin qui la Commissione europea a procedere contro l'Italia".

Nella lettera al Presidente Galan, le associazioni evidenziano inoltre la recente sentenza con la quale la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità di una legge approvata nel 2007 dalla Regione Lombardia sempre sulla caccia in deroga. La Consulta - spiegano - ha bocciato l'idea di ricorrere alle deroghe con una legge-provvedimento, pratica in netto contrasto con quanto previsto dalla legge 157/1992, articolo 19 bis, in quanto impedisce l'esercizio del potere di annullamento da parte del Presidente del Consiglio. "Siamo di fronte a una situazione di particolare gravità - concludono ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE, LIPU, VAS e WWF - per la quale chiediamo al Presidente Galan un autorevole e fermo intervento, istituzionale e politico".

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