Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR), Mariastella Gelmini, il Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, e il Direttore dell'Agenzia del Demanio, Elisabetta Spitz, hanno presentato il 26 luglio 2008 a Palazzo Chigi l'Accordo operativo tra il MIUR e l'Agenzia del Demanio, che assegna alle scuole, per progetti educativi e di formazione professionale, 230 immobili confiscati alla criminalità in tutta Italia.
Le procedure saranno seguite utilizzando il protocollo nazionale dei beni confiscati proposto dal Commissario straordinario per la confisca dei beni della Mafia, Antonio Maruccia.
L'Accordo costituisce una concreta attuazione delle modifiche apportate alla normativa antimafia dalla Legge Finanziaria 2007, che ha ampliato le ipotesi di utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata anche agli usi governativi o pubblici connessi allo svolgimento delle attività istituzionali di amministrazioni statali, università statali e istituzioni culturali di rilevante interesse.
L'Accordo prevede anche un tavolo tecnico permanente tra MIUR, Agenzia del Demanio ed altri Enti interessati, per l'individuazione di immobili confiscati compatibili con gli utilizzi progettuali.
In particolare: il MIUR ha il compito di definire progetti di utilizzo, di sviluppare iniziative di promozione e stimolo nei confronti dei potenziali utilizzatori, di verificare la possibilità di impiego di fondi disponibili; l'Agenzia del demanio e il MIUR si impegnano a collaborare per la rimozione di eventuali criticità esistenti. La prima analisi riguarderà 230 unità immobiliari, costituite da abitazioni, locali, fabbricati e capannoni, con superficie superiore a 200 mq, così suddivise: 120 abitazioni; 41 locali; 40 fabbricati; 29 capannoni.
Diventeranno scuole di formazione professionale i beni confiscati in Sicilia ai boss della mafia Salvatore Riina, Giuseppe Brusca, Angelo Siino, Gaetano e Giuseppe Sansone; nel Lazio e in Abruzzo ai boss De Benedittis e Nicoletti della banda della Magliana; in Campania al boss Francesco Rea.
Ecco alcuni esempi di beni confiscati destinati alle scuole: due locali a Palermo, confiscati a Salvatore Riina (uno di circa 500 mq, l'altro di più di 1.000 mq); una masseria a Monreale (PA), confiscata a Giuseppe Brusca (di circa 1.000 mq); un fabbricato di 3 piani nel comune di Grottaferrata (RM), confiscato ad Aldo De Benedittis della banda della Magliana (più di 1.000 mq, con terreno circostante di circa 3.000 mq); un locale magazzino a Palermo, confiscato ad Angelo Siino (circa 500 mq); una villa in provincia di Vibo Valentia, confiscata a Leone Soriano (circa 600 mq); sei appartamenti a Catania, confiscati alla famiglia Vasta; un fabbricato a Bagheria (PA), confiscato a Francesco Bruno (circa 1.000 mq); un fabbricato di 3 piani a Mazzara del Vallo, confiscato a Vincenzo Piazza grande 300 mq (TP).