La delegazione Osce (Organizzazione della sicurezza e cooperazione in Europa) e dell'Odhir (l'ufficio per la difesa dei diritti umani) che ha organizzato una visita nei campi Rom di tre città italiane ha fatto tappa ieri a Roma, dopo il giro del giorno precedente a Napoli.
La visita è cominciata con il campo attrezzato di via di Salone, un campo che il comune di Roma ha voluto costruire con tutti i servizi dopo lo smantellamento del precedente insediamento abusivo.
Nel campo di Salone sono presenti rom di origine serba e bosniaca, oltre a gruppi di rom italiani. A capo della delegazione Osce composta di vari esperti di diritti umani c'era il consigliere anziano dell'Osce per le tematiche Rom, Andrzej Mirga, che nei giorni scorsi, con un comunicato stampa aveva spiegato che "l'obiettivo della visita consiste nella volontà di lavorare insieme con le autorità italiane per porre le linee guida con cui affrontare la questione della sicurezza in linea con le raccomandazioni europee", e quindi senza azioni discriminatorie nei confronti della minoranza Rom.
Ai responsabili delle organizzazioni che si occupano di Rom e in particolare agli operatori della cooperative Ermes (ex Capodarco) che segue il campo di Salone da anni e che ha curato i progetti di scolarizzazione, Mirga ha ripetuto la tesi dell'Osce: è necessario superare la dimensione dei campi (sia attrezzati, sia a maggior ragione quelli senza servizi) per offrire ai Rom un alloggio. A Roma la situazione risulta particolarmente difficile, dal punto di vista abitativo, hanno ricordato i responsabili delle associazioni, in una città dove risultano circa 20 mila famiglie italiane in attesa di un appartamento di edilizia popolare.
In ogni caso l'obiettivo del superamento e quindi della definitiva chiusura di tutti i campi, risulta ormai condiviso. I Rom che si sono fermati a parlare con i rappresentanti della delegazioni hanno sottolineato soprattutto i problemi legati alla cittadinanza, ai documenti (molti sono apolidi perché la Jugoslavia non esiste più come Stato), del lavoro per gli adulti e i giovani.
Il giro dell'Osce-Odhir è proseguito poi con la visita al campo della Barbuta, nei pressi dell'aeroporto di Fiumicino. Si tratta di un campo semiattrezzato dove sono presenti soprattutto roulottes di proprietà dei nomadi e baracche, mentre per quanto riguarda i servizi igienici ci sono sia acqua che bagni (chimici). I rappresentanti internazionali sono stati accompagnati dalla Comunità di S.Egidio e da alcuni esponenti della Federazione Rom e Sinti insieme. Al giro dei campi nomadi di Roma hanno partecipato anche i fuzionari del ministero degli Esteri, delle Pari Opportunità, i funzionari del Comune di Roma e della Prefettura. In programma l'incontro con i sindaci di Milano, Roma e Napoli. Alla fine del giro le conclusioni saranno trascritte in un report e consegnate al governo italiano a settembre. (pan)