All'indomani dell'arresto di Radovan Karadzic e della sua consegna al Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia (Tribunale), Amnesty International chiede che questo organo di giustizia abbia il tempo e le risorse necessarie per stabilire la verità e garantire giustizia per le vittime dei crimini di guerra commessi in Bosnia ed Erzegovina.

"Il Consiglio di sicurezza deve rivedere la scadenza arbitraria, imposta al Tribunale, di terminare i suoi lavori entro il 2010" - ha dichiarato Amnesty International. "Sui 161 casi di persone incriminate dal Tribunale, 115 sono chiusi ma ci sono procedimenti in corso riguardanti gli altri 46 imputati. Due di essi, Ratko Mladic e Goran Hadzic, sono ancora latitanti. Il Tribunale deve avere il tempo necessario per completare tutti i procedimenti".

Il rischio, in caso contrario, è che non vi sarà tempo per esaminare tutte le imputazioni e gli eventuali appelli. Oppure, i casi potranno essere deferiti ai tribunali nazionali, su cui Amnesty International nutre profonde preoccupazioni relative alla qualità della giustizia, alla capacità di proteggere vittime e testimoni così come di rintracciare le prove e, infine, all'impegno di condurre indagini e procedimenti approfonditi. Nella maggior parte dei paesi dell'ex Jugoslavia la mancanza di volontà politica e, talvolta, persino ostruzioni deliberate continuano a bloccare le indagini e i processi nei confronti dei criminali di guerra.

"L'arresto di Radovan Karadzic, che Amnesty International sollecitava da oltre un decennio, è una grande vittoria. Ma di fronte a imputazioni così gravi, come anche nel caso di Ratko Mladic e Goran Hadzic, la competenza dev'essere del Tribunale" - ha precisato l'organizzazione per i diritti umani.

Ulteriori informazioni
Radovan Karadzic, ex presidente della Republika Srpska, capo del Partito democratico serbo e comandante supremo dell'Esercito serbo bosniaco, è stato latitante per oltre 12 anni dopo essere stato incriminato per genocidio, complicità in genocidio, sterminio, omicidio, persecuzione, deportazione, atti inumani e altri crimini commessi contro la popolazione musulmano bosniaca, croato bosniaca e altri civili non serbi in Bosnia ed Erzegovina durante il conflitto 1992-1995.

Le accuse contro Karadzic comprendono l'assassinio di circa 8000 uomini, adulti e ragazzi, avvenuto a Srebrenica nel 1995. Egli è inoltre indiziato di genocidio, persecuzione e altri crimini commessi dalle forze sotto il suo comando, tra cui uccisioni, arresti e detenzioni di migliaia di persone non serbe.
Nei centri di detenzione istituiti dalle forze serbo bosniache, i soldati sotto il suo comando si sarebbero resi responsabili di maltrattamenti, torture, stupri e uccisioni di civili non serbi.

Karadzic è indiziato di crimini di guerra per l'assedio di Sarajevo, i bombardamenti sulla città e le migliaia di morti e feriti che ne derivarono.

Il Tribunale è stato istituito dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 1993 per indagare e perseguire crimini di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi nell'ex Jugoslavia a partire dal 1991. Nonostante alcune persone incriminate dal Tribunale fossero ancora latitanti, nel 2004 il Consiglio di sicurezza ha chiesto al Tribunale di completare il suo lavoro entro il 2010. 

Roma, 22 luglio 2008
Per approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia 
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