Il Tar della Puglia mette un punto fermo nella guerra a suon di carte bollate che oppone le organizzazioni di volontariato della provincia di Bari. Il tribunale amministrativo ha assegnato infatti al Comitato di gestione regionale il primo round del confronto contro Civitas, la cordata di associazioni di volontariato che cinque anni fa era risultata sconfitta nella corsa per l'istituzione del Centro servizi di Bari. Civitas nel 2004 aveva impugnato la delibera istitutiva sollevando due motivi di nullità: la mancata previsione della copertura finanziaria e la mancata sottoscrizione del verbale da parte dei componenti il Comitato. Quattro anni, quelli che il Tar ha impiegato per la sentenza di primo grado, segnati da continue frizioni fra le due cordate, Civitas e il gruppo di associazioni che si era aggiudicato la gestione del San Nicola. La sentenza della magistratura amministrativa, tuttavia, se da un lato chiarisce una serie di punti, dall'altro non risolve a pieno il "giallo" sulle carte relative all'istituzione del centro servizi barese.
Prima di affrontare il merito, il tribunale si è espresso sulla competenza a giudicare la questione. Ha rigettato, infatti, il dubbio di un possibile difetto di giurisdizione del giudice amministrativo: i Comitati, questo il punto sollevato, non sarebbero organismi di diritto pubblico in quanto finanziati dalle fondazioni bancarie che sono enti di diritto privato. Secondo il Tar, invece, esercitano delle pubbliche funzioni e adottano provvedimenti formalmente e sostanzialmente amministrativi, compresi gli atti istitutivi dei centri servizi. Quanto al primo aspetto di merito, la mancanza di copertura finanziaria, i giudici amministrativi hanno rigettato la tesi di Civitas: la ripartizione delle somme del fondo speciale effettuata dai Comitati è un provvedimento a valle dell'istituzione dei Centri di servizio e non già a monte della stessa. Pertanto non richiede alcun onere di previsione di spesa. Il Tar, ooi, ha respinto, sulla base del principio di strumentalità delle forme, anche il punto della mancata sottoscrizione del verbale di istituzione del Centro servizi da parte dei membri del Comitato.
I giudici hanno riconosciuto che dalla copia del verbale presentata da Civitas si rileva la presenza in ogni foglio del timbro del Comitato di gestione e di una firma siglata «illeggibile». Questo consentirebbe «pur in assenza dell'ultima pagina su cui, verosimilmente dovrebbero essere apposte le sottoscrizioni dei singoli componenti, di attribuire la paternità della delibera all'organo collegiale». Una decisione che pone ai rappresentanti di Civitas alcuni interrogativi: era possibile chiedere al Comitato di integrare gli atti presentando l'ultima pagina? E ancora: compito della giustizia è giudicare sulla base degli atti esistenti o di quelli che «verosimilmente» potrebbero esserci?