Intanto si avvicina la data, venerdì 8 agosto, entro cui il nuovo Regolamento della CAI ha fissato il termine per la definizione dei nuovi criteri di accreditamento per gli enti autorizzati.Decorso questo termine, non vi sarà più alcuna possibilità di apportare delle modifiche e resteranno quindi in vigore i vecchi e superati criteri.

A poche ore dallo slittamento dell'incontro abbiamo raccolto le opinioni a caldo dei referenti dei coordinamenti e degli enti. Cinzia Bernicchi, portavoce del coordinamento Oltre l'adozione, si dice "preoccupata per il cambio di rotta nella metodologia di lavoro della Commissione, in quanto un confronto allargato alla partecipazione di tutti i 74 enti rischia di interrompere un lavoro sulla ridefinizione dei criteri per operare con le adozioni internazionali avviato da mesi. Il rischio che si profila è quello che si azzeri il lavoro svolto negli ultimi mesi, tenendo in sospeso quelli che sono i temi più spinosi del sistema: i requisiti degli enti per operare nei paesi stranieri, le modalità di fusione e accorpamento degli enti, la possibilità di rendere regionale l'operatività degli enti. - conclude Bernicchi.

Grande preoccupazione è stata espressa da Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. - Amici dei Bambini, che da tempo evidenzia la necessità di trasformare la Commissione in una Authority, svincolata dagli avvicendamenti politici. "Corriamo il rischio di rivedere un film già visto con l'ex Ministro Bindi: si prospetta una paralisi di mesi nell'attività della Commissione.- ha puntualizzato Griffini - I segnali sono già sotto gli occhi di tutti: gli enti con tutta probabilità non avranno la possibilità di presentare le domande di estensione per operare in nuovi paesi con l'adozione entro il 31 luglio, in quanto sarà difficile la presentazione della domanda se ancora non sono definiti i criteri di accreditamento degli enti. - prosegue Griffini - A questo evidente ostacolo si aggiunge un altro elemento negativo, che va contro l'interesse dei minori abbandonati: nel 2008, per la prima volta, la CAI non ha stanziato i fondi per sostenere la sussidiarietà dell'adozione internazionale, impedendo così la realizzazione di nuovi progetti - conclude Griffini.

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