Roma - «Ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, e chiediamo il Suo
intervento in favore dell'Isiao affinché possa continuare ad adempiere il
suo ruolo di ambasciatore della cultura italiana in diverse aree dell'Asia e
dell'Africa». Con queste parole accorate si conclude la "Lettera aperta al
Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano" (disponibile sul
sito
www.giuseppetucci.isiao.it ) per chiedere un suo intervento volto a
scongiurare la soppressione dell'IsIAO (Istituto Italiano per l'Africa e
l'Oriente).
La scorsa settimana, infatti, l'IsIAO è stato inserito nel decreto legge,
approvato mercoledì 18 giugno dal Consiglio dei Ministri e entrato in vigore
il 25 giugno, come un ente pubblico da abolire. La risposta del mondo
accademico e della cultura non si è fatta attendere. «La comunità
scientifica internazionale è estremamente preoccupata per la possibile
interruzione della straordinaria tradizione di studi orientali ed
africanistica che l'IsIAO ha sempre portato avanti. Come si può
permettere la cultura italiana di abbandonare la prestigiosa eredità che
l'IsIAO vanta in tutti i campi nei quali è stato attivo per più di cento
anni?», si domandano visibilmente preoccupati i firmatari dell'appello.
La lettera aperta al Presidente Napolitano, nel giro di poche ore, ha avuto
migliaia di sottoscrizioni, di cui moltissime provenienti dall'estero. Firme
e messaggi in favore dell'IsIAO sono giunti da autorevoli professori
dell'University of Marburg in Germania, dell'University of
Wisconsin-Madison, dell'University of Melbourne, dell'University College di
Londra, dell'University of Birmingham, dell'Harvard University, della
Koyasan University in Giappone, dell'University of Sheffield e dai Paesi in
cui l'Isiao opera o ha operato in passato come la Cina, l'India, il Nepal,
ecc. Tutti convinti, assieme a giornalisti, studenti ed ex studenti, che la
soppressione dell'Istituto rappresenti una minaccia per la cultura non solo
italiana ma mondiale.
Tra i messaggi che continuano ad arrivare da varie parti del mondo domina lo
sgomento e la sorpresa per un'iniziativa che da molti non è capita. «E'
Incredibile!!! Perché?», si domandano dal Nepal. «Sono assolutamente
scioccato», fanno sapere dalla Cina. «L'iniziativa di sopprimere l'IsIAO non
mi diverte affatto», chiosa ironicamente un firmatario tedesco.
Non è rimasto a guardare nemmeno il mondo accademico italiano. Adesioni alla
lettera aperta al Presidente Napolitano sono arrivate dai docenti delle più
prestigiose Università italiane come "La Sapienza" e "Roma 3" di Roma,
"l'Orientale" di Napoli, la "Ca' Foscari" di Venezia, l'Università di
Genova, di Milano, di Padova, di Palermo, di Chieti, di Firenze, di Trento e
tante altre.
L'IsIAO è un ente pubblico che opera sotto la vigilanza del Ministero degli
Affari Esteri per favorire la conoscenza del mondo asiatico ed africano.
L'ente, che è sorto nel 1995 dalla fusione dell'IsMEO ("Istituto italiano
per il medio ed estremo Oriente") e dell'IIA ("Istituto italo-africano"), ha
tre sedi: a Roma, a Milano e a Ravenna. La missione dell'istituto è quella
di operare nel campo della promozione culturale al fine di avvicinare
l'Italia ai Paesi dell'Africa e dell'Asia e alla loro cultura. L'IsIAO, nel
corso degli anni, ha istituito centri di studio e di ricerca, organizzato
mostre e conferenze, patrocinato convegni e seminari specialistici, curato
l'edizione di riviste e pubblicazioni di rilevante valore accademico,
finanziato importanti campagne archeologiche, istituito corsi di lingue e
culture africane e orientali, sottoscritto convenzioni e gemellaggi con
analoghi enti accademici sia italiani che stranieri, realizzando tutto ciò
con la collaborazione dei suoi soci e di un gran numero di esperti e docenti
di formazione africanistica e orientalistica. Sin dall'anno di fondazione,
l'IsIAO è presieduto dal professor Gherardo Gnoli.
Per informazioni: Ufficio stampa Isiao:
MAB.q Srl Tino Redaelli tel.
0289289300
tino.redaelli@mabq.comGianluca Maggiacomo tel. 0698262330
gianluca.maggiacomo@mabq.com