Don Franco Monterubbianesi, fondatore della Comunità di Capodarco e attuale presidente dell'Associazione "Noi ragazzi del Mondo" aderisce con entusiasmo all'appello lanciato dal quotidiano l'Unità per l'assegnazione del Premio Nobel per la Pace ad Ingrid Betancourt, militante nella difesa dei diritti umani, dal 2002 prigioniera dalla guerriglia delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) ( VAI ALL'APPELLO>> ). "La Betancourt è il simbolo di come la dignità umana viene soffocata nella sua tensione verso una società giusta e rispettosa dei diritti", spiega Don Franco in un'intervista. Per il prete fermano il Nobel potrebbe facilitare la sua liberazione e avrebbe un grande significato simbolico in quanto la Betancourt "è l'emblema della sofferenza dell'America Latina" e la sua "drammatica esperienza di lotta, il suo dolore profondo, porterà non solo la Colombia, ma tutta l'America latina a conoscere la sua liberazione".

Anche la chiesa dovrebbe prendere una posizione netta a favore del Nobel e più in generale del processo di liberazione dei popoli. Don Franco cita le parole "profetiche" della Populorum progressio di Papa Paolo Sesto: "Una cosa va ribadita di nuovo: il superfluo dei Paesi ricchi deve servire ai Paesi poveri la regola che valeva un tempo in favore dei più vicini deve essere oggi applicata alla totalità dei bisognosi del mondo. I ricchi del resto saranno i primi ad esserne avvantaggiati. Diversamente, ostinandosi nella loro avarizia non potranno che suscitare il giudizio di Dio e la collera dei popoli con conseguenze imprevedibili".

"Se avesse la possibilità di parlare ad Ingrid Betancourt cosa le direbbe?", chiede Sandra Amurri, redatrice dell'articolo. "La inviterei a resistere più che a sperare. - risponde don Franco Monterubbianesi - Ad avere fiducia. A trovare la forza nel resistere nel sentirsi strumento di Dio che entra nella storia degli uomini per il processo di liberazione. Come dice la Sacra Scrittura: Dio lotta con il povero per la sua dignità e per il suo riscatto. Per dirla con le parole di Oscar Romero, il Vescovo assassinato in Salvador ?morirò ma risorgerò nel mio popolo'. È la storia Sacra che si realizza nei sacrifici di grandi donne e uomini, una storia che il Signore tramuta in Resurrezione delle coscienze che hanno la forza di mutare le condizioni di vita. Così il sacrificio di Ingrid, il suo dolore fisico e morale diventa strumento anche per gli altri".

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