Così Legambiente, Anev (associazione nazionale energia dal Vento), Aper (associazione dei produttori di energia da fonti rinnovabili) in una lettera ai Ministri Scajola e Prestigiacomo hanno chiesto al Governo di impugnare la Legge regionale 15/2008 della Regione Molise che pone barriere incomprensibili allo sviluppo di eolico e solare.
Non meno di 1,5 chilometri dalla linea di costa per gli impianti fotovoltaici, 5 km di distanza dalla costa per l'eolico e per entrambi la distanza di 1 km da fiumi, laghi, dighe artificiali, nessun impianto in aree preparco e nell'intera area della "Valle del Tammaro": questi sono i nuovi parametri fissati dalla legge regionale. Divieti analoghi sono stati stabiliti per la distanza da strade e autostrade (100 e 200 metri), mentre in tutta Europa è proprio intorno alle infrastrutture viarie che si stanno portando avanti sperimentazioni per l'integrazione del fotovoltaico e anche alcune esperienze di eolico. E nel caso di progetti per impianti eolici off shore - dove spetta allo Stato la competenza sull'approvazione - è vietato perfino far passare i fili elettrici sul suolo del Molise.
"Che senso ha vietare la realizzazione degli impianti in zone tanto ampie e senza alcuna distinzione? - hanno proseguito le tre associazioni -. Il provvedimento è in netto contrasto con il Decreto Legislativo 387/2003 in materia di fonti energetiche rinnovabili ma evidenzia anche diversi problemi di legittimità costituzionale rispetto alla competenza statale in materia di ambiente. Per queste ragioni abbiamo chiesto al Governo di intervenire impugnando la Legge in oggetto di fronte alla Corte Costituzionale. Solo scegliendo energie come il solare fotovoltaico e l'eolico - hanno concluso Legambiente, Anev e Aper - potremo, infatti, contribuire ad uno scenario energetico più moderno e pulito in cui le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica permettano di ridurre consumi di fonti fossili, importazioni, emissioni di gas serra".
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