Per risolvere il problema dei rifiuti, che ha già colpito duramente sia l'ambiente che la salute dei cittadini della Campania, l'Italia risponde con atti che di fatto violano le normative comunitaria in materia di procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), in materia di normativa sulle discariche, ecc. Insomma, la cura diventa peggiore del male. Qualora il testo licenziato dal Parlamento dovesse continuare a proporre palesi violazioni a normative comunitarie considerate strategiche per la tutela dell'ambiente e della salute (sicuramente direttiva discariche e VIA), secondo le parole stesse della Commissione ci avvieremmo verso l'ennesima procedura di infrazione e condanna della Corte europea verso il nostro Paese. Anche alla luce dell'ammonimento dell'Unione Europea il WWF chiede che Parlamento prenda atto di questi commenti e provveda, con senso di responsabilità, ad apportare sostanziali emendamenti al Decreto sull'emergenza rifiuti della Campania, così come proposto dal WWF in un dettagliato documento inviato alla Camera dei deputati il 3 giugno, ristabilendo il rispetto pieno della Costituzione italiana e delle regole europee. La Commissione aveva già "espresso a livello tecnico la sua viva preoccupazione per le disposizioni contenute nel nuovo decreto che consentono ampie deroghe alle norme comunitarie, in particolare alcune disposizioni chiave della direttiva sulle discariche 1999/31/CE[1] e di altre direttive. Anche laddove la situazione appare difficile, le autorità italiane devono rispettare la legislazione comunitaria in materia ambientale. Il rispetto dell'acquis (ovvero, l'insieme di norme comunitarie che si riferiscono ad uno specifico tema) non è un esercizio burocratico. La normativa comunitaria in materia ambientale stabilisce un quadro per la tutela della salute umana e dell'ambiente. Sarebbe paradossale se, per affrontare rischi di carattere sanitario a breve termine, fossero nuovamente messi in pericolo la salute umana e l'ambiente ad esempio per la mancata applicazione di disposizioni chiave della direttiva sulle discariche che prevedono obblighi sanitari di lungo periodo che dipendono dalla natura,pericolosa o non pericolosa, dei rifiuti destinati a discarica". Affermazioni durissime che non possono lasciare dubbi sulla non correttezza del decreto governativo. Sempre nella stessa riposta leggiamo che "la Commissione, in quanto custode dei trattati, manterrà fermamente la sua posizione secondo cui non sarà permessa alcuna deroga a qualsiasi elemento vincolante dell'acquis. Il decreto legge del 23 maggio 2008 è ora all'esame del Parlamento italiano per essere convertito in legge e la Commissione esaminerà attentamente il testo approvato in via definitiva. Qualora l'Italia varasse un atto legislativo che consenta indebite deroghe all'acquis, la Commissione non avrà altra scelta che l'adozione di un procedimento a norma dell'articolo 226 del trattato".

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