"Democrazia è partecipazione": questo il messaggio lanciato ieri sera nel corso della conferenza internazionale "L'Altro G8" presso la Sala della Cooperazione di Trento, attraverso i progetti, le storie di grandi donne. Sette voci espressioni di altrettanti paesi delle Americhe più quella di una delle più note scrittrici e giornaliste italiane, Isabella Bossi Fedrigotti. Un vero e proprio G8 che ha attirato nel capoluogo trentino centinaia di persone, soprattutto giovani, ma anche molti adulti desiderosi di ascoltare le testimonianze di chi intende tracciare un nuovo modello basato sullo sviluppo sostenibile e su una politica che attui le indicazioni "dal basso". Clicca qui per vedere le foto della serata e le registrazioni video
L'evento si inserisce all'interno di World social agenda, la manifestazione internazionale inaugurata la scorsa settimana all'interno di Civitas, e segna idealmente una delle tappe più significative della maratona di spettacoli, incontri, cene e letture sull'America, che proseguirà a Trento fino al 22 maggio, promossa da Fondazione Fontana, la provincia Autonoma di Trento e una fitta rete di associazioni del Terzo Settore.
Lisa Clark e Raimunda Dos Santos
"Sono sempre state le donne a tendere una mano nelle situazioni di guerra, a far riflettere la propria comunità su questa tragedia e ad attivarsi per ripartire dalle macerie e riprogettare il futuro" ha detto Lisa Clark statunitense, da anni impegnata in Italia con l'associazione Beati costruttori di pace, la Rete Lilliput e la Rete Italiana per il Disarmo. E narrando la storia di alcune cittadine Usa in lotta contro il Governo, perché non accettano che in loro nome si compiano atrocità, Lisa Clark ha voluto testimoniare l'esistenza di una società civile Usa disposta a costruire un sistema di giustizia nel proprio paese. E' la forza che viene da quella che Raimunda Rodriguez Dos Santos - brasiliana d'origine e veronese d'adozione - ha definito come "la pedagogia dell'indignazione", sostenendo la potenza trasformatrice nell'atto dell'educazione. "Dobbiamo riprendere il pensiero di Paulo Freire - ha affermato Raimunda, esperta in formazione e mediazione linguistico-culturale - che predicava l'educazione per l'equità e l'inclusione sociale, la conoscenza per trasformare e non per manipolare".
Franca Zadra (Perù)
Adriana Ines Monesterolo, partendo proprio dalla travagliata realtà del suo paese, l'Ecuador, ha portato l'esperienza dell'associazione di cui è presidente, l'A.S.A. (Asociaciòn Solidaridad y Accìon) e della formulazione del Nuovo Codice sull'Infanzia e sull'Adolescenza, un esempio di progettazione condivisa che ha coinvolto oltre 30.000 persone, attuando "dal basso" un nuovo quadro istituzionale per garantire i diritti ai minori. Tutte storie a tinte forti, che hanno offerto ai presenti il ritratto di un'America "altra", ma forse la più vera, perché, come ha detto la peruviana Franca Zadra, in sintonia con la visione della poetessa argentina Lidia Amalia Palazzolo, in Italia da vent'anni: "L'America è come una donna povera e addolorata, ma anche appassionata e sorridente, una speranza per il mondo".
Un'immagine che corrisponde al volto e alla personalità di Antonia Moscoso, boliviana che ha saputo emozionare la platea raccontando la sua storia di ex contadina analfabeta, moglie abbandonata con tre figli, ora impegnata in politica e direttrice dell'associazione "Senor de Mayo" affiliata alla rete del commercio equo e solidale e composta per il 95% da donne.
Teatro brasile statua
"Democrazia significa anche dar voce a queste realtà - ha evidenziato la cilena mapuche Pilar Reuque, una lunga esperienza nei mass media e nelle radio - ma l'attenzione nei confronti delle minoranze, in Italia, come in Cile, si limita alla concessione di qualche trasmissione autogestita e, soprattutto, autofinanziata". Ad intervallare le riflessioni delle relatrici, i tamburi e i canti della compagnia di teatro di strada Flor do Sol, direttamente dal Brasile. Alla poesia di questi giovanissimi interpreti è stata affidata la chiusura della serata: "Per noi lottare è un destino, è un ponte tra l'incredulità e la certezza di un mondo nuovo".
World Social Agenda, 16 maggio 2005