"Senza questo elenco di dettaglio sull'attività degli Istituti di credito - prosegue la nota - l'unica cosa che si può sapere dall'allegato del Tesoro è l'ammontare complessivo del valore delle autorizzazioni rilasciate alle banche: un dato che, non specificando con quali Paesi hanno in corso operazioni relative all'esportazione di armi italiane, inevitabilmente le mette tutte sullo stesso piano, come banche corresponsabili del commercio di armi".
"Riteniamo sia una grave e indebita modifica apportata all'ultima 'Relazione sull'esportazione di armi italiane' (Doc. LXVII) consegnata al Senato il 6 maggio scorso" - affermano i direttori delle tre riviste promotrici della Campagna, i religiosi p. Alex Zanotelli (Mosaico di Pace), p. Nicola Colasuonno (Missione Oggi) e p. Franco Moretti (Nigrizia) in una lettera inviata ieri alla Presidenza del Consiglio. "Vogliamo credere che non si tratti di una voluta e cosciente modifica - seppur grave e ingiustificata - apportata dalla Direzione del Tesoro, ma solo della mancata trasmissione di una componente fondamentale della relazione da parte di quella Direzione in questione" - aggiungono.
Nella lettera a Berlusconi e agli Uffici competenti i tre direttori delle riviste promotrici della Campagna chiedono quindi "di far pervenire al Ministero compente la richiesta di pubblicare subito e di consegnare al Parlamento l'allegato che riporta le indicazioni delle singole operazioni autorizzate dal Ministero dell'Economia e delle Finanze agli Istituti di Credito relative all'esportazione di armi italiane nel 2007 e di renderlo presto disponibile sul sito del Senato insieme con l'intera Relazione". Un elenco che il Dipartimento del Tesoro ha sostituito con un "Riepilogo in dettaglio suddiviso per Aziende" (Documento "E", pp. 518-714) che, pur apportando qualche informazione supplementare, sottrae però al controllo e alla società civile informazioni di decisiva rilevanza circa l'operato degli Istituti di Credito.
"Crediamo - specifica don Fabio Corazzina, coordinatore nazionale di Pax Christi - che le stesse banche italiane abbiano tutto l'interesse a veder certificato dalla Relazione governativa che quelle direttive restrittive che hanno emesso in questi anni sono effettivamente attuate: senza il riscontro della Relazione del Tesoro le loro policy restano infatti solo belle intenzioni".
Difficile stabilire a chi sia attribuibile la responsabilità della mancanza di quell'elenco. In una intervista a Nimedia, l'ex Sottosegretario all'Economia del Governo Prodi II, on. Alfiero Grandi, sottolinea che alla riunione convocata dalla Segreteria tecnica del Sottosegretario Letta con le associazioni della Campagna e di Rete Disarmo del 28 marzo scorso "era stato garantito che quella parte della Relazione doveva essere allegata". Alla domanda dell'intervistatrice se la "scomparsa" dell'elenco in questione sia attribuibile al Governo Berlusconi, l'ex Sottosegretario Grandi evidenzia due ipotesi.
"Una benevola e una meno benevola: la prima che sia stata una dimenticanza, e quella più malevola è che nel passaggio tra un governo e l'altro qualcuno si sia volontariamente dimenticato di allegare questa relazione e questo sarebbe un fatto effettivamente grave perchè l'unica cosa certa uscita da quella riunione è l'indicazione che questa relazione doveva essere allegata". E poi aggiunge: "Temo che sia intervenuta 'la manina': temo che la struttura che si occupava della redazione tecnica abbia male intepretato la sintesi di quella riunione e abbia deciso di escludere una parte che invece è parte integrante e va assolutamente inserita".
"Una modifica comunque che ci appare inspiegabile - commenta Francesco Vignarca, coordinatore nazionale della Rete Disarmo - e che ci ha sorpreso non certo positivamente in considerazione del fatto che - come riportiamo in una lettera che la nostra Rete invierà alla Presidenza del Consiglio - nella precedente legislatura è stato iniziato un positivo confronto sui temi della trasparenza e del controllo del commercio di armamenti. Se ne è fatto carico l'allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, on. Enrico Letta, che con il suo Ufficio si è impegnato a promuovere 'una più puntuale e trasparente informazione' con le nostre associazioni proprio su questi temi. Un impegno documentato, tra l'altro, nel Rapporto della Presidenza del Consiglio reso pubblico lo scorso 28 marzo a firma dell'allora presidente Prodi, e riportato pari pari nella Relazione consegnata a maggio al Senato a firma del presidente Berlusconi". [GB]