Quando il sistema sarà libero da tutto ciò, sarà libero da diversi problemi". Innanzitutto, quelli prodotti dall'agricoltura industriale, perché "anche l'ecosistema può morire - è l'ammonimento di Egziabher-, sembra che produca abbastanza finché all'improvviso non ci si rende conto che non può più continuare". Un esempio? "È come se quando sei stanco e hai dormito poco io ti sveglio presto e ti do una grande tazza di caffè. Tu sembri stare bene, ma questo non significa che la tua fisiologia sia in salute". La stessa cosa avviene con il suolo, depauperato delle sue sostanze naturali e riempito di additivi chimici.
"L'agricoltura bio ci rende sicuri che le colture che piantiamo crescono dal suolo e da nessun composto chimico. Questo significa che è il suolo a dover produrre i nutrienti per le colture nella giusta misura. Ciò è possibile solo se il suolo è in salute, ovvero se possiede microrganismi, animali e piante: precisamente quello che consente di avere l'agricoltura biologica".

Egziabher affronta anche il problema dell'erosione del suolo: "Se si continua a mettere additivi chimici nel terreno questo si degrada, mentre noi non ce ne accorgiamo. Infatti, oggi il suolo diminuisce 16 volte di più di quanto non si formi". Per un futuro di salute per la terra e per l'uomo, la soluzione è adottare metodi bio, che consentono sia di preservare le biodiversità sia di "coltivare una varietà di prodotti che non è contemplata nell'agricoltura industriale. Inoltre non si uccidono animali e piante selvatiche con pesticidi o altro, così anche la biodiversità naturale si conserva". Dal prodotto coltivato alla tavola il passo è breve e a guadagnarci (o rimetterci) è la qualità e la salubrità del cibo. Se l'assenza di sostanze chimiche "fa sì che siamo sicuri che il pane che mangiamo sia pulito", anche l'assenza di ogm ci mette al riparo da eventuali pericoli per la salute. Inoltre i campi coltivati in modo industriale "danno al limite tre grandi nutrienti: nitrati, fosforo e potassio, ma non hanno tutti i nutrienti necessari per l'organismo.
Infatti l'ammontare degli elementi nutritivi nel suolo coltivato in modo industriale può avere grossi sbilanciamenti", che finiscono sulle nostre tavole. L'agricoltura bio è migliore anche dal punto di vista economico, perché "nelle colture modificate geneticamente si possono avere anche 60 geni brevettati: se un contadino paga ogni anno 60 brevetti per le sue sementi, che cosa gli resta?"

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