In vista dell'annunciata riforma dell'organizzazione del mercato degli ortofrutticoli, la commissione agricoltura e sviluppo rurale propone alla Plenaria una relazione di María Esther Herranz García (Ppe/de, Es) con la quale si chiede il rafforzamento delle organizzazioni di produttori e un loro più ampio sostegno finanziario, nonché l'introduzione di un più efficace sistema di gestione delle crisi di mercato. I deputati sollecitano inoltre un aumento delle soglie di produzione dei prodotti trasformati e l'istituzione di un sistema di etichettatura che segnali il paese d'origine del prodotto agricolo elaborato nei trasformati, un più ampio ricorso alla promozione del consumo, la garanzia della preferenza comunitaria e una maggiore tutela dalle importazioni. Più in particolare. Organizzazioni di produttori I deputati sollecitano la Commissione a presentare una proposta entro luglio 2005 per rafforzare il ruolo delle organizzazioni di produttori nella gestione dei mercati e a introdurre un maggior grado di flessibilità e sussidiarietà a favore degli Stati membri. Al fine di migliorare il reddito, specie delle imprese agricole minori, inoltre, reputano necessario consentire alle aziende che vendono direttamente al consumatore finale una quota superiore al 20% o al 25% della loro produzione di aderire ad una organizzazione di produttori riconosciuta. La relazione, poi, rileva la necessità di mantenere in linea generale il massimale vigente per la partecipazione comunitaria ai fondi di esercizio, aumentandolo però dal 4,1% al 6% in caso di raggruppamenti transnazionali, fusioni, associazioni e collaborazioni tra organizzazioni. Inoltre, i deputati chiedono di aumentare al 60% il tasso di cofinanziamento comunitario nel caso di collaborazioni, fusioni e associazioni di organizzazioni di produttori. D'altra parte è chiesto che, nel quadro della nuova regolamentazione dei fondi di esercizio, sia sancito che i fondi comunitari non utilizzati nel corso di un dato anno potranno essere utilizzati l'anno successivo. In ogni caso, per i deputati, occorre garantire che qualunque stanziamento di bilancio inutilizzato a seguito della riforma dell'Ocm (eliminazione delle pratiche di riconoscimento preliminare, ritiri, restituzioni, ecc.) dovrà ritornare al settore. E' necessario, inoltre, snellire i meccanismi di contribuzione finanziaria dei produttori membri ai rispettivi fondi di esercizio e, pertanto, la nuova legislazione dovrebbe consentire all'organizzazione di produttori stessa di contribuire ai fondi di esercizio. E' auspicata poi la revisione dell'elenco positivo delle azioni che possono essere finanziate, al fine di adeguare meglio i programmi operativi alle esigenze e di accordare una maggiore autonomia nella gestione di tali azioni. Inoltre, è chiesto che s'incoraggino le organizzazioni di produttori di ortofrutticoli a prevedere, nei loro programmi, azioni concernenti le certificazioni di qualità, le garanzie di sicurezza alimentare e l'ambiente. Infine, i deputati, ritengono che le organizzazioni di produttori e i loro membri dovrebbero in futuro avere pieno accesso ai fondi regionali di sviluppo, dal momento che i fondi operativi non sono sufficienti a finanziare gli investimenti infrastrutturali più importanti. Gestione delle crisi Nel sollecitare l'introduzione di un sistema efficace di gestione delle crisi di mercato per evitare che il settore si ritrovi inerme dinanzi a forti cadute dei prezzi, i deputati sostengono che tale sistema dovrebbe consentire alle organizzazioni di produttori di assumere un ruolo attivo nella commercializzazione dei loro prodotti. La relazione, inoltre, chiede che il regime di ritiri attualmente in vigore sia integrato da un fondo di sicurezza gestito dalle organizzazioni di produttori e finanziato dall'Unione europea, dagli Stati membri e dagli agricoltori. Tale fondo potrebbe servire ad indennizzare i produttori dei ritiri effettuati in occasione di crisi, ad erogare aiuti per la riduzione della produzione nonché ad istituire, su base volontaria per gli agricoltori e a condizione che si realizzi uno studio preliminare di fattibilità, un regime di garanzie di reddito e di sostegno nel caso di condizioni climatiche avverse. Nel quadro di questo nuovo sistema di gestione delle crisi, sarebbe opportuno aumentare gli aiuti ai ritiri di prodotti destinati alla distribuzione gratuita ad istituti di beneficenza, poiché attualmente detti aiuti non compensano gli elevati costi di trasporto e lavorazione, nonché alla promozione del consumo di ortofrutticoli nelle scuole. Regime degli ortofrutticoli trasformati e etichettatura I deputati ritengono utile aumentare le soglie di produzione per le conserve di pomodoro e le soglie di trasformazione degli agrumi. Per le prime, inoltre, si dichiarano favorevoli a consentire agli Stati membri che lo ritengano opportuno di regionalizzarle. Per le seconde, invece, sarebbe opportuno migliorarne lo sfruttamento prevedendo la possibilità di trasferire le soglie tra prodotti qualora una di esse non venga completamente sfruttata. La penalizzazione dell'aiuto nel caso di superamento delle soglie di produzione per gli agrumi, inoltre, dovrebbe aver luogo soltanto qualora sia stata superata la somma di tutte le soglie di produzione applicabili alle varie specie di agrumi a livello comunitario. Notando che il disaccoppiamento degli aiuti, che è un'altra delle opzioni discusse per questo settore, legittimerebbe l'utilizzo del settore della trasformazione dei pomodori quale settore rifugio da parte degli agricoltori che abbandonano altre coltivazioni colpite dalla riforma della Pac del settembre 2003, i deputati ritengono che ciò «contribuirebbe a complicare le relazioni tra le organizzazioni di produttori e l'industria». Essi, inoltre, sostengono che il disaccoppiamento degli aiuti ai prodotti trasformati non sia giustificato nell'ambito dei negoziati dell'Organizzazione mondiale del commercio. I deputati, infine, si dichiarano favorevoli all'istituzione di un sistema di etichettatura che segnali il paese di origine del prodotto agricolo elaborato nei trasformati, in quanto «migliorerebbe il valore aggiunto delle produzioni comunitarie dinanzi alle importazioni da paesi terzi, garantendo al contempo adeguati livelli di sicurezza e qualità alimentare, che le importazioni dai paesi terzi non sempre soddisfano». Promozione degli ortofrutticoli I deputati denunciano «la mancanza di una strategia e di una di ricerca comunitaria finalizzata a sostenere i consumi nonché la scarsità dei fondi destinati alla promozione generica degli ortofrutticoli», affermando che ciò «contrasta con la crescente preoccupazione dell'Unione europea per l'equilibrio nutrizionale della popolazione e la sicurezza alimentare». Pertanto chiedono che, nel quadro dei regolamenti destinati alla promozione interna ed esterna dei prodotti agricoli comunitari, si dedichi agli ortofrutticoli una linea specifica di 15 milioni di euro all'anno. Le campagne generiche dovranno inoltre puntare sulla valorizzazione della "origine comunitaria" e presentare una dimensione qualitativa, e non solo quantitativa. Preferenza comunitaria, concorrenza delle importazioni da Paesi terzi e negoziati Omc Nel sollecitare una semplificazione del complesso sistema di sdoganamento applicato alle importazioni provenienti da paesi terzi soggette al regime del prezzo di entrata, i deputati chiedono alla Commissione di studiare la possibilità di istituire un aiuto specifico per i prodotti che si trovano in situazioni critiche a seguito delle importazioni provenienti da paesi terzi, come i frutti a polpa tenera, l'aglio e i funghi coltivati, nonché le amarene, le ciliegie, il succo di mela, le albicocche trasformate, gli asparagi, i pomodori, gli agrumi in spicchi e in succo e altri prodotti ortofrutticoli che potrebbero trovarsi in una situazione di mercato critica. La Commissione, inoltre, dovrebbe elaborare studi di impatto sui nuovi accordi con paesi terzi, per valutarne le ripercussioni nel settore europeo degli ortofrutticoli. Nell'ambito di accordi commerciali bilaterali, inoltre, l'Unione europea dovrebbe negoziare la reciprocità nell'apertura degli scambi agricoli, compresi gli aspetti fitosanitari. Nel richiamare, infine, l'attenzione della Commissione sul fatto che le importazioni dai paesi terzi «non offrono sempre i livelli di sicurezza e di qualità ai quali il consumatore europeo è abituato», i deputati reputano necessario introdurre controlli adeguati per garantire che i prodotti provenienti dai paesi terzi rispettino i medesimi requisiti in materia di sicurezza e di qualità dei prodotti dell'Unione europea, e che siano ottenuti nel rispetto di altri principi fondamentali, quali ad esempio condizioni lavorative eque. Nel quadro dei negoziati per la liberalizzazione degli scambi mondiali in seno all'Organizzazione mondiale del commercio, la relazione chiede alla Commissione di difendere il mantenimento e l'applicazione effettivi del principio di preferenza comunitaria per gli ortofrutticoli e la qualifica degli ortofrutticoli come prodotti "sensibili" nel capitolo relativo all'accesso ai mercati. L'esecutivo, inoltre deve garantire che i risparmi derivanti dall'attesa graduale soppressione delle sovvenzioni alle esportazioni vengano messi a disposizione, tra l'altro, dei provvedimenti di riequilibrio del mercato comunitario che subisce un'intensa concorrenza da prodotti analoghi di paesi terzi. Nel ritenere necessaria la garanzia di reciprocità nell'apertura dei mercati, dal punto di vista tanto quantitativo quanto qualitativo, i deputati reputano che a tale scopo occorre intensificare il controllo e il monitoraggio delle ripercussioni delle concessioni commerciali, per quanto riguarda gli effetti sia sui paesi beneficiari delle concessioni, sia sugli Stati membri produttori. Essi, inoltre, chiedono di vigilare affinché l'apertura commerciale nel settore degli ortofrutticoli non fragilizzi i modelli di produzione agricola dei paesi in via di sviluppo. Riforma intermedia della Pac e futuro regolamento sullo sviluppo rurale La relazione chiede che siano mobilitati i mezzi necessari per garantire il rispetto del divieto della coltivazione di ortofrutticoli sui terreni ammissibili a beneficiare di un aiuto dissociato. In caso contrario, per i deputati, la riforma della Pac del settembre 2003 potrebbe dare ingiustamente adito a situazioni di concorrenza sleale e di discriminazione tra gli agricoltori che dispongono di un pagamento unico e i produttori di ortofrutticoli tradizionali che non ne dispongono, «aggravando così lo squilibrio già esistente in determinati mercati ortofrutticoli». I deputati, inoltre, si dichiarano favorevoli ad eliminare l'incompatibilità esistente tra i fondi di sviluppo rurale e i fondi di esercizio, «poiché ciò colloca il settore ortofrutticolo in una posizione di discriminazione rispetto ad altri settori agricoli». Infine, essi si oppongono alla proposta della Commissione di limitare alle piccole imprese e alle microimprese la concessione degli aiuti agli investimenti, alla commercializzazione e alla trasformazione nel quadro della prossima programmazione finanziaria della politica di sviluppo rurale. Marketpress, 12 maggio 2005

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