Nel contenuto, tuttavia, non ci sono state grandi novità sia in tema di sperimentazioni sia di dati emersi dai lavori; le indagini più importanti sono comprese in tre macrosettori:

1) sostanze stimolanti;
2) dati di servizi specifici (pill testing, programma di somministrazione controllata di eroina e safe room, nuovi per il panorama italiano ma già attuati da tempo in altri Paesi);
3) rdd e differenza di genere.

1) Rispetto ai nuovi consumi, la situazione è particolarmente effervescente in area svizzera ed oceanica. Le novità principali provengono dalla Svizzera, paese in cui il quadro dei consumi di anfetamine sta aprendo nuovi scenari nell'ottimo lavoro che le ONG dei Cantoni realizzano ormai da diversi anni. I dati sottolineano un elevato aumento della qualità delle anfetamine e metanfetamine sul mercato nordeuropeo, in netta controtendenza rispetto agli anni precedenti.
La principale attenzione è stata posta su due elementi fondamentali: il netto aumento del consumo di anfetamino-derivate (diventate nettamente la prima "categoria" di sostanze consumate in Nord Europa, seconda solamente alla cannabis) e l'allarme sui componenti delle sostanze vendute, come nel caso delle anfetamine tagliate anche con il peyote. Inoltre, particolare timore desta il consumo di alcool e sostanze stimolanti e depressive alternate per gestire gli up e i down relativi, una metodologia di poli-consumo, infatti, estremamente pericolosa.

2) Rispetto ai dati dei "nuovi" servizi, i report sono stati molto interessanti in quanto è stato possibile verificare i risultati svizzeri conseguiti in dieci anni di utilizzo del pill testing e i risultati spagnoli della somministrazione controllata di eroina.

In breve:
a) Pill testing in Svizzera, di cui realizzati circa 2000 in un anno nel solo progetto di Zurigo. Nel tempo si è assistito a due fenomeni importanti: il primo è di non prevedere la realizzazione di una festa in un club senza la presenza dell'équipe e della strumentazione per il pill testing, il secondo - e più "interessante" - è che la qualità delle sostanze in vendita risulta essere decisamente aumentata. Quest'affermazione di "positività" del fenomeno può creare perplessità e contrarietà, ma nell'ottica della rdd una sostanza più pura permette sicuramente di intervenire meglio in quanto gli effetti e le conseguenze che provoca sull'organismo del consumatore sono conosciuti a fondo. Il risultato è importante ed è in buona parte merito del pill testing che, "smascherando" le sostanze contraffatte, ha obbligato in una pura logica di mercato, a migliorare la qualità del prodotto. I consumatori sono trasversali per classe sociale ed età, infatti i dati non riescono a definire un target principale. Il dato più allarmante è l'aumento nel tempo, e in particolare negli ultimi tre anni, dei rapporti sessuali occasionali non protetti tra i consumatori di metanfetamine, con la relativa esposizione a rischi di contrarre patologie a trasmissione sessuale.

b) Eccellente il risultato del programma andaluso di somministrazione controllato di eroina con la presa in carico di un elevato numero di soggetti che il servizio pubblico aveva dato per "irrecuperabili"; con questo metodo riescono invece a essere integrati e a seguire il piano di trattamento loro assegnato. Il programma ha permesso di ridurre quasi a zero il consumo di altre sostanze che non siano quella prescritta dal piano di trattamento (il 90% dei soggetti dei partecipanti risulta negativo al test tossicologico per tutte le altre sostanze) e ha conseguito come importante risultato anche che tutti i soggetti sieropositivi che vi aderiscono sono adesso in carico al Servizio Nazionale contro l'AIDS e sono seguiti con una terapia antiretrovirale.

c) Safe room mobile: è stata inaugurata la prima esperienza europea di safe room mobile consistente in due pulmini attrezzati - con spazi per tre postazioni di consumo contemporanee - che operano nelle zone più degradate di Barcellona. Esperienza interessante quella del coinvolgimento dei pusher di strada nella promozione dell'iniziativa che sta ottenendo eccellenti riscontri in quanto a diffusione e affluenza al servizio. Già da tempo inoltre si conoscono gli ottimi risultati ottenuti dalle safe room fisse sia come strumento di allerta rapido per la segnalazione di partite di droga tagliata male sia per la totale assenza al loro interno di morti per overdose. Quello che sorprende è invece la resistenza italiana a sperimentare un simile servizio che da anni dà questo tipo di verifiche ma che da noi è ancora considerato tabù.

3) Trasversale a tutta la conferenza è stato il tema della riduzione del danno e differenza di genere, solo ora infatti iniziano a essere pubblicati i primi dati considerati anche sotto questo punto di vista.
Estremamente interessante è la ricerca della giovanissima nordamericana Catlin Padgett che ha avuto come obiettivo la dimostrazione di quanto in un servizio di rdd si debba tenere conto delle differenze tra uomini e donne. I questionari somministrati in due città statunitensi (una nello Utah e l'altra nel Vermont) hanno dimostrato la netta differenza di aspettative dei due sessi. Per esempio, nel fruire di un servizio di rdd, le donne aspirano alla sicurezza, elemento fondamentale che non fornisce la strada, e il servizio è visto come "un'oasi in un deserto di paura dove poter riprendere fiato e prepararsi a ritornare al fronte" (testuali parole di una ragazza intervistata).

Altro aspetto trasversale agli interi lavori della Conferenza è stata la visione della riduzione del danno come aspetto di diritto civile dei consumatori ma, soprattutto, si palpava l'attesa per l'ultima plenaria che vedeva come relatore Maria Antonio Costa - direttore esecutivo dell'Ufficio ONU contro la droga e il crimine -, grande nemico delle pratiche di riduzione del danno (ad oggi accolte formalmente da 73 Paesi e tollerate da altri 11).

Nella sua relazione il dottor Costa ha creato irritazione e malcontento in diversi esponenti di Governi e ONG ribadendo più volte che la riduzione del danno è una pratica nobile realizzata da volontari ma che non ha alcuna risultanza vera nella lotta alla droga, guerra che a suo parere può essere concretizzata solo impedendo la coltivazione/vendita e mediante il trattamento dei consumatori. Questo punto di vista è stato ancora esplicitato dal Direttore mentre parlava apertamente della sua recente visita nei Pesi Bassi: considerando la relazione tra disponibilità delle sostanze e induzione al consumo delle stesse ha sostenuto, infatti, che fino a quando le sostanze saranno disponibili i consumi non cesseranno mai. "Stranamente" però non ha affermato nulla di questo genere rispetto ad alcool e tabacco, prontamente dimenticati forse per gli enormi interessi "legali" delle multinazionali produttrici e distributrici.
Ultimo tema da lui toccato è stata la preparazione della Conferenza di Vienna, in cui vorrebbe spostare l'attenzione solo verso il trattamento e il contrasto alla disponibilità delle sostanze, tralasciando completamente la riduzione del danno in ossequio alle direttive repressive statunitensi.

Il quadro raccolto a Barcellona ci permette quindi due brevi conclusioni:
1. Urge un raccordo tra ONG, Governi e propri rappresentati per difendere la riduzione del danno da quello che prevedibilmente sarà la Conferenza di Vienna. Questo potrà essere fatto solo aprendo da subito un percorso di discussione e di confronto che coinvolga al massimo tutta la cittadinanza attiva, così da far comprendere il rischio che si sta correndo;
2. Non sono moltissime le novità in materia di interventi di riduzione del danno ma questo non significa che non ci sia fermento poiché la maggior parte delle sperimentazioni si sta specializzando e trasformando in servizi attivi.

La 20a Conferenza si terrà a Bangkok - aprendo la porta all'Est del Mondo che sta affacciandosi adesso alla riduzione del danno - e, visto che l'Italia è ancor oggi chiusa sia alle sperimentazioni fondamentali sia a quelle più innovative, speriamo di potervi partecipare potendo dire "anche noi abbiamo i servizi che avete voi".

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