E le bambine soldato sono le più penalizzate e invisibili.

Queste alcune delle conclusioni del Rapporto Globale sui Bambini Soldato, lanciato oggi in Italia dalla Coalizione Italiana "Stop all'Uso dei Bambini Soldato!", di cui fanno parte 10 associazioni: Alisei, Amnesty International - Sezione italiana, Cocis, Coopi, Focsiv, Intersos, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, Terre des Hommes Italia e UNICEF Italia.

Con oltre 400 pagine su leggi, politiche e prassi in materia di reclutamento militare in oltre 190 paesi del mondo, il rapporto documenta la persistenza dell'impiego in ostilità dei bambini soldato da parte di eserciti governativi ma soprattutto di gruppi armati non governativi.

«L'impegno della comunità internazionale nel porre fine al dramma dei bambini soldato non può essere messo in dubbio. Tuttavia questo sforzo non ha prodotto i risultati attesi», commenta Fosca Nomis, Portavoce della Coalizione Italiana "Stop all'Uso dei Bambini Soldato!". «Leggi, politiche e prassi debbono tradursi in cambiamenti concreti, affinché non accada mai più che dei minori siano coinvolti in guerre e conflitti armati.»

«Negli ultimi 4 anni non sono mancati dei progressi e dei miglioramenti. Per esempio il numero di conflitti armati che hanno visto l'impiego di bambini soldato è passato da 27 nel 2004 a 17 alla fine del 2007», prosegue Fosca Nomis.
«Decine di migliaia di bambini sono stati rilasciati da eserciti e gruppi armati man mano che i conflitti in corso nell'Africa subsahariana e altrove finivano.» Tuttavia il rapporto della Coalizione rileva anche che decine di migliaia di bambini restano nelle file di gruppi armati non governativi in almeno 24 nazioni e territori.

Anche il dato relativo ai Governi è solo lievemente migliorato: sono 9 i paesi che nel corso di guerre e ostilità hanno impiegato nei propri eserciti dei minori, a fronte dei 10 documentati dall'edizione 2004 del Rapporto Globale.
«I pochi progressi registrati sono da collegare in gran parte alla fine dei conflitti. Laddove invece le guerre scoppiano o riacquistano intensità», prosegue la Portavoce della Coalizione Italiana.

«Rileviamo che l'impiego di bambini soldato continua. È evidente», conclude la portavoce, «che le attuali strategie per revenire o porre fine al reclutamento di bambini soldato non hanno avuto l'impatto previsto e se vogliamo ottenere risultati significativi, bisogna che la questione dei bambini-soldato diventi di competenza non solo di chi si occupa di tutela dei diritti dei minori ma anche di coloro che si occupano di prevenzione, risoluzione dei conflitti e di peace-building.»

I punti salienti del Rapporto 2008

  • Le responsabilità dei governi
  • La detenzione dei bambini soldato
  • Minori negli eserciti non governativi
  • Limitato successo dei programmi di DDR
  • Le bambine, le più penalizzate e invisibili
  • Arruolamento sotto i 18 anni: in 63 paesi è ancora permesso
  • L'Italia può fare di più
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