"E' una gara di provvedimenti, di incontri, di interviste per dichiarare che il ?problema' della sicurezza in Italia sono gli zingari e i clandestini. Alle parole seguiranno i fatti promettono ministri, sindaci, amministratori, intervistati. Novelli sacerdoti della purezza del tempio (l'Italia) si impegneranno alla lotta senza quartiere contro i cani (gli zingari) e gli infedeli (i clandestini). Quando le misure saranno applicate, sono sicuri che la purezza del tempio della nazione ritornerà a risplendere, il male scomparirà e la pace sociale regnerà per sempre. Nel frattempo pensa il popolo a incendiare baracche e a mettere in fuga gli indesiderati". Così don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, interviene sulla situazione in atto in Italia e sulle tante vicende di cronaca che stanno condizionando soprattutto l'attenzione dei media e il dibattito politico.

Un modo per prendere le distanze da toni, linguaggi e atteggiamenti. Come lui stesso tiene a precisare. "Dichiaro pubblicamente di essere dalla parte degli zingari, nonostante siano fannulloni, ladri, imbroglioni, puzzolenti, sfruttatori di bambini. E dalla parte dei clandestini, perché sono soli, poveri, sbandati, delinquenti. I motivi sono semplici: perché i delitti e il crimine non hanno nazionalità; perché sono spesso maltrattati e perseguitati nei loro paesi; perché nessuno li vuole; perché non voglio essere annoverato tra gli ?Einsatzgruppen' del terzo millennio; per riparare alla compravendita di sesso di donne e di minori da parte di nostri connazionali all'estero; perché anche i veri cani randagi hanno garantito un rifugio; perché sono creature umane; perché i loro bimbi hanno diritto al futuro come i nostri; perché lenire le loro sofferenze è un dovere umanitario; perché 70 mila zingari sono italiani; perché è possibile lavorare con loro; perché è possibile la convivenza umana".

"Così han fatto Cristo con i ladroni e San Francesco con il lebbroso", conclude.

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