Il rischio è di trasformare questo Paese, le sue città, i loro quartieri in tante fortezze chiuse.
Napoli è sempre stata una città aperta, un ponte verso il Mediterraneo. Colpisce che questa violenza avvenga proprio lì.

D'altra parte, nominare un commissario straordinario all'emergenza rom a Milano, è come soffiare sul fuoco. Il messaggio che ne deriva è che esiste un'emergenza, che questa si identifica con una popolazione, e che questa va affrontata come problema di ordine pubblico. Vorremmo ricordare che l'Europa ha semmai un debito verso i rom, sempre perseguitati e, dopo gli ebrei, le maggiori vittime dello sterminio nazista. Compito del commissario sarebbe quello di procedere allo sgombero dei campi nomadi nell'area metropolitana. Anche noi riteniamo che una vera politica d'accoglienza richiederebbe non un ammasso di baracche in zone degradate, ma abitazioni dignitose. Lo sgombero senza soluzioni alternative diventa persecuzione. Non di commissari straordinari c'è bisogno, ma di risorse e programmi per il superamento dei campi.

Riteniamo inoltre necessario il coinvolgimento degli stessi rom per programmare qualsiasi decisione che li riguardi.

La campagna elettorale è finita. E' l'ora di metter mano a provvedimenti che risolvano positivamente i problemi anziché crearne altri e che mettano al riparo il nostro paese da una pericolosa involuzione democratica.

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