Il terremoto che lunedì ha colpito lo stato del Sichuan e altre regioni della Cina, causando un bilancio umano tremendo, con decine di migliaia tra morti e dispersi, non ha lasciato indifferente Caritas Italiana. L'organismo pastorale, per bocca del suo direttore, monsignor Vittorio Nozza, esprime «profonda partecipazione al dolore delle popolazioni coinvolte dagli effetti del sisma» e assicura che «sarà fatto tutto quanto è nelle possibilità di Caritas Italiana, in coordinamento con la rete internazionale Caritas e in accordo con le autorità cinesi, per esprimere una fraterna solidarietà e aiuti tangibili, al fine di alleviare le enormi sofferenze che il popolo cinese sta patendo».
In Cina non esiste una Caritas nazionale. Caritas Italiana ha però già attivato i propri canali di comunicazione con i partner cinesi attivi in loco, organismi con i quali da anni vengono condotti progetti di emergenza e di sviluppo, concordati con le autorità locali: insieme a essi, verranno valutate le più opportune ipotesi di intervento, da realizzare nel medio periodo. Altre indicazioni operative dovrebbero giungere nelle prossime ore dalle Caritas di Hong Kong, Taiwan e Macao, attivate in proposito da Caritas Internationalis.
Una concreta collaborazione con i partner cinesi, da parte di Caritas Italiana, era già stata sviluppata in occasione di precedenti calamità naturali, come il terremoto che nel 2004 colpì la contea di Ludian, nello stato dello Yunnan, o le alluvioni che nell'estate del 2005 interessarono lo stato del Sichuan, nuovamente flagellato lunedì dal terremoto.
Caritas Italiana opera in Cina da diversi anni, non solo in occasione di emergenze, ma anche supportando piccoli progetti di sviluppo, proposti e condotti da partner locali e finalizzati ad aiutare persone particolarmente deboli, ad esempio i malati di lebbra, o alcuni gruppi etnici minoritari.