"Restiamo dell'idea che la pubblicità dei dati fiscali, come quella degli affittuari delle case degli enti pubblici o i titolari delle pensioni d'oro non sia un incentivo al voyeurismo e all'invidia sociale, come qualcuno ha affermato in questi giorni; ma piuttosto permetta un controllo sociale su aspetti importanti del rapporto tra cittadini e Stato".

"Peraltro la stessa decisione del Garante - continua il Presidente dell'associazione dei consumatori MDC - non esclude che in futuro ci possa essere un cambiamento di orientamento, sia perchè intanto conferma "il diritto-dovere dei mezzi di informazione di rendere noti i dati delle posizioni di persone che, per il ruolo svolto, sono o possono essere di sicuro interesse pubblico"; sia perché riconosce la possibilità che si possa "porre mano alla normativa ala luce del mutato scenario tecnologico".

Infine, il Movimento Difesa del Cittadino giudica infondata e ispirata a banale ricerca di pubblicità a buon mercato la pretesa di risarcimenti miliardari e di rimborsi per tutti i contribuenti. "Quantificare e personalizzare - spiega Antonio Longo - il danno ricevuto ci sembra impossibile in questo caso e nella decisione del garante non c'è riferimento a questa possibilità, mentre si rimanda ad altro provvedimento l'eventuale decisione di comminare una sanzione amministrativa all'Agenzia delle entrate".

Laura Simionato
Ufficio Stampa Movimento Difesa del Cittadino (MDC)
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