"Siamo turbati e fortemente preoccupati dai continui attacchi su Gaza, le cui vittime sono per lo più civili e tra essi, purtroppo, anche minori", afferma Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. "Troppo spesso i nostri operatori sul campo si trovano di fronte a bambini uccisi, feriti gravemente o traumatizzati da queste continue violenze. La comunità internazionale, comprese le autorità israeliane e palestinesi, ha il dovere di intervenire per fermare questa strage. Ogni bambino ucciso è un passo indietro nel cammino che conduce alle pace in questa regione", conclude Valerio Neri.
I bambini costituiscono circa metà della popolazione della Striscia di Gaza e sono costretti a vivere in una quotidianità di estrema insicurezza e che va aggravandosi di giorno in giorno: i servizi sanitari sono notevolmente peggiorati, l'industria privata è al collasso e la povertà aumenta così come la dipendenza dagli aiuti internazionali a cui si lega la sopravvivenza dell'80% della popolazione dell'area.
Recenti dati rivelano un aumento notevole delle malattie croniche e della malnutrizione tra i bambini con meno di cinque anni. In crescita anche il numero di quelli afflitti da insonnia, ansia e diarrea.
Problemi e patologie in parte collegati alla quantità e qualità dell'acqua: ben il 40% della popolazione dell'area ha accesso all'acqua solo poche ore al giorno, anche a causa della mancanza di combustibile e pezzi di ricambio per far funzionare la rete di distribuzione, che rischia di collassare in ogni momento.
La scarsità d'igiene è diventata un problema di primo piano per la salute. Un sistema fognario inefficiente e l'impossibilità di ripararlo, fa sì che circa 40 milioni di litri di liquame vengano scaricati ogni giorno nel Mediterraneo, con il rischio di epidemie tra la popolazione e di problemi ambientali duraturi.
Lo staff di Save the Children, a Gaza da oltre 35 anni, inoltre, denuncia problemi di accesso alla zona: gli operatori non riescono più ad ottenere i permessi necessari ad entrare a Gaza e a reperire carburante per le automobili. Il risultato è l'enorme difficoltà nel raggiungere bambini e donne e rispondere ai loro bisogni basilari di sopravvivenza e protezione.
Al fine di migliorare la situazione nella striscia di Gaza, Save the Children si appella agli Stati Uniti, all'Unione Europea e a tutta la comunità internazionale, affinché lavori con le parti in conflitto per:
- stabilire procedure finalizzate a delineare i confini e ristabilire il pieno accesso umanitario e commerciale al territorio di Gaza;
- implementare l'accordo del 2005 per la riapertura dei varchi di confine, annunciato dal Segretario di Stato americano Rice a Gerusalemme il 15 novembre del 2005;
- sviluppare una strategia che assicuri la piena protezione dei bambini e dei civili durante la prosecuzione dei negoziati per la fine delle violenze e la risoluzione globale del conflitto.
L'Organizzazione, infine, esorta i grandi donatori ad aumentare gli aiuti umanitari a Gaza in risposta alla gravità dei bisogni della popolazione.
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