"La sicurezza alimentare in Corea del Nord è a rischio e la situazione sta peggiorando", ha detto Tony Banbury, Direttore Regionale dell'Asia per il PAM. "Diventa sempre più probabile la necessità di un'assistenza esterna per evitare una tragedia".
Deficit alimentareSecondo recenti proiezioni della FAO, nel 2008 mancheranno in Corea del Nord 1,66 milioni di tonnellate di cibo. Si tratta di un deficit quasi doppio rispetto al 2007 e il più alto dal 2001.
Crescita dei prezziNell'ultimo anno, i prezzi del paniere alimentare nella capitale Pyongyang sono raddoppiati, raggiungendo il livello più alto dal 2004. Il riso costa circa 2.000 won/kg (dai 700-900 won/kg nell'aprile 2007) e il mais circa 600 won/kg (350 won/kg nell'aprile 2007). C'è stato un drastico aumento dei prezzi del maiale (attualmente 5.500 won/kg circa), delle patate (5.000 won/kg) e delle uova (200 won al pezzo): questi aumenti hanno trasformato questi beni primari in un lusso per la maggioranza della popolazione in Corea del Nord, se si considera che la paga media mensile di un lavoratore è di circa 6.000 won al mese.
Famiglie
La rapida crescita dei prezzi reali del cibo in Corea del Nord conferma le paure del PAM: il paese rischia la fame molto più dell'anno scorso", ha detto Jean-Pierre de Margerie, Direttore del PAM a Pyongyang. "Oggi ci vuole circa un terzo di un salario mensile per acquistare riso per pochi giorni. Le famiglie, soprattutto le persone vulnerabili, soffriranno di questa mancanza di accesso al cibo, consumeranno meno pasti, la loro dieta sarà più povera il che farà aumentare la loro vulnerabilità alle malattie".
Produzione agricolaStatistiche governative della Corea del Nord, analizzate dalla FAO, indicano come la produzione agricola nel 2007 sia stata di soli tre milioni di tonnellate di cereali (riso, mais, grano, orzo e patate). Ciò rappresenta un calo del 25 per cento rispetto allo scorso anno e il raccolto più modesto dal 2001. Si tratta di un risultato agricolo negativo che non si registrava dal 2001 quando una siccità estiva causò la distruzione di molti raccolti nel paese.
InondazioniLa Corea del Nord ha sofferto a lungo di una cronica carenza alimentare a causa del declino economico e di una situazione agricola non favorevole, ma le forti inondazioni dell'anno scorso hanno posto con ancora maggiore urgenza questo problema. Le statistiche agricole della Corea del Nord indicano un calo rispettivamente del 25 e del 33 per cento nella produzione di riso e mais, anche perché queste coltivazioni si trovavano nel momento più rigoglioso della crescita quando vi sono state le inondazioni. Le province colpite più seriamente dalle inondazioni sono quelle che registrano il maggior calo nella produzione: Sud e Nord Pyongyang, Sud e Nord Kwanghae e Kangwon hanno subito perdite del 23-33 per cento rispetto allo scorso anno. Riduzioni significative del raccolto in queste zone conosciute come ?i granai del paese' comportano una carenza di cibo in tutta la nazione.
"Il PAM ha lanciato l'allarme già da tempo temendo che le inondazioni dello scorso anno potessero acuire il cronico problema del cibo in Corea del Nord. Ora ne vediamo gli effetti sui mercati", ha detto de Margerie. "E' ovvio che ci sia più bisogno, quest'anno, di importazioni alimentari e aiuto alimentare esterno".
Persone assistitedal PAMFino al 2005 il PAM ha assistito oltre sei milioni di persone nella Corea del Nord, circa un quarto della popolazione. Dal 2006, a seguito di una decisione del governo della Corea del Nord di ridurre le operazioni del PAM, l'agenzia dell'ONU assiste 1,1 milioni di persone tra le più vulnerabili, in maggioranza donne e bambini. Il PAM prevede di distribuire 45.000 tonnellate di cibo in 50 delle 203 contee della Corea del Nord sino alla conclusione dei suoi programmi di assistenza alimentare prevista nell'agosto 2008. Il PAM stima che oltre 6,5 milioni di persone in Corea del Nord vivano in condizioni di insicurezza alimentare. Si tratta di una cifra che potrebbe aumentare se non saranno presi provvedimenti per fronteggiare la crescente scarsità di cibo.
Necessarie condizioni operative"Il PAM è pronto a fare la sua parte per garantire alla gente della Corea del Nord il soddisfacimento dei bisogni minimi di cibo, evitando un possibile ritorno alle tragiche circostanze del passato", ha detto Banbury. "Tuttavia il PAM non può risolvere il problema da solo. Il governo della Corea del Nord deve fornire le necessarie condizioni operative per le agenzie di aiuto, di modo che i donatori siano sicuri che le loro donazioni verranno usate per lo scopo a cui sono destinate. D'altro canto, i donatori devono fare la loro parte garantendo che il popolo della Corea del Nord non sia affamato, o peggio".
Raccolto
L'allarme e la richiesta di intervento del PAM arrivano in un momento in cui il paese si sta avviando verso l'annuale stagione del "non raccolto", quando le riserve alimentari nelle famiglie sono ai livelli più bassi. Quest'anno la ?lean season' è iniziata prima a causa dello scarso raccolto dell'anno scorso e, molto probabilmente, sarà più dura dopo un inverno secco e con minori precipitazioni. I tassi di malnutrizione sono già alti: 37 per cento dei bambini piccoli soffre di malnutrizione cronica e un terzo delle madri è malnutrito e anemico, secondo la vasta inchiesta effettuata da PAM/UNICEF. "Il PAM sta prendendo questa situazione molto sul serio. Intensificheremo i colloqui con il governo della Corea del Nord e con i principali donatori che hanno espresso la loro disponibilità a fornire aiuto alimentare al paese", ha detto Banbury.
DonatoriI donatori dell'attuale programma del PAM in Corea del Nord includono: Repubblica di Corea (20 milioni di dollari), Federazione Russa (8 milioni di dollari), Svizzera (6,6 milioni di dollari), Germania (3,4 milioni di dollari), Australia (2,4 milioni di dollari), UN CERF (2,3 milioni di dollari - per CERF vedere: http://ochaonline.un.org), fondi multilaterali (1,8 milioni di dollari), Cuba e Italia (1,5 milioni di dollari ciascuno), Canada, Danimarca, Irlanda, Lussemburgo e Norvegia (1 milione di dollari ciascuno), Finlandia (737.000 dollari), Turchia (150.000 dollari), Grecia (45.000 dollari) e donatori del settore privato (17.000 dollari).