E' stato presentato il 10 aprile scorso il "Rapporto sull'utilizzo dei finanziamenti tematici comunitari 2002-2006 in Italia", realizzato dal Censis e commissionato dal Dipartimento Politiche Comunitarie. Lo studio pone l'attenzione su quella parte di finanziamenti che fanno capo a programmi tematici e, di conseguenza, sono stati esclusi dall'analisi i fondi strutturali, l'accesso ai quali segue altre strade di contrattazione tra Commissione, Stati membri e Regioni.
I programmi tematici sono stati raccolti intorno a cinque ambiti di intervento: la società dell'informazione; energia e ambiente; strumenti di riduzione delle disparità; le imprese; la cooperazione internazionale e agli aiuti allo sviluppo.
"Il Rapporto - spiega il ministro Bonino - mostra un sistema paese non ancora sufficientemente organizzato per cogliere le opportunità che ci offre l'Europa". Ne esce un sistema paese "con dei forti limiti strutturali, che si trascinano nel tempo e vanno al di là del singolo governo in carica". Per il ministro Bonino "qui c'è tutto un Paese che deve darsi una svegliata: amministrazione pubblica centrale, amministrazioni locali, mondo delle imprese, associazioni. Dobbiamo lavorare tutti assieme per far germogliare una nuova cultura, un nuovo metodo di lavorare fuori dai confini nazionali. Oggi dobbiamo essere bravi - come altri (Spagna ed Irlanda fanno scuola a riguardo) - ad associare al nostro europeismo ideale un europeismo più utilitarista. Conta meno quanto europeisti siamo (o non siamo) a parole, e conta molto di più invece quanto riusciamo ad incidere sui processi e sulle decisioni comunitarie".