Il bilancio tracciato del primo anno di attività mostra anche fatti concreti. In primo luogo, il progetto che sta prendendo corpo assieme alla Fondazione Unidea (gruppo Unicredito), che opera in Europa dell'est e in Africa con progetti di sviluppo locale basati sulla formazione dei giovani e il microcredito: creare a Trento un'unità di valutazione delle iniziative di sviluppo locale ex-ante (cioè prima della loro realizzazione), mirata sui paesi dell'Europa centrale e orientale. Nei prossimi anni l'Unione europea finanzierà moltissimi progetti di sviluppo locale sia pubblici che privati, indirizzati sia ai paesi che sono recentemente entrati a far parte dell'Unione europea, sia a quelli che vi entreranno prossimamente: Trento potrebbe diventare sede di una struttura di valutazione di tali progetti diciamo del 'business plan' che viene elaborato prima di avviare una qualsiasi iniziativa di sviluppo locale a servizio sia dei promotori dei progetti stessi sia dei beneficiari, paesi, amministrazioni locali, soggetti privati e del privato sociale. Attualmente non esiste a livello internazionale una realtà del genere -ha detto Carlo Borgomeo- ma esiste una sede, il programma Leed, quello gestito attualmente dall'Ocse a Trento, dove è depositata una mole enorme di esperienze più che ventennali sullo sviluppo locale. Da qui dovrà scaturire intanto un manuale sul processo di valutazione e certificazione dei progetti. Una volta a regime, noi speriamo entro il 2006, la struttura diverrà un punto di riferimento indispensabile per gli operatori del settore e gli organismi internazionali, in grado di autosostenersi.A tracciare un bilancio sulle attività del centro è stato invece Sergio Arzeni. Nei primi mesi di quest'anno è stato selezionato il personale -ha spiegato- ed è stato predisposto il programma di lavoro. Il calendario allo stato attuale è rispettato alla lettera e lo presentiamo con cadenza trimestrale ai nostri interlocutori, in primo luogo alla Provincia autonoma di Trento e al governo italiano. Una delle principali attività, nel 2005, riguarderà il ruolo delle università nell'ambito del programma Leed. Oggi ci sono circa 440 università nei paesi Ocse che sviluppano iniziative nel settore dello sviluppo locale: intendiamo sviluppare un osservatorio sulla loro attività focalizzato sui paesi dell'Est e Balcanici. Sempre nel 2005 sono in calendario tre conferenze internazionali, rispettivamente su governance e sviluppo locale, sul tema dell'educazione e formazione, e sull'innovazione sociale. Ma in questi otto mesi -ha proseguito Arzeni- sono emerse anche nuove prospettive di lavoro, che non erano inizialmente contemplate nel programma tracciato per il centro Ocse-Leed di Trento. Grazie al contributo dell'Austria (sia finanziario, con una prima tranche di 500.000 euro, sia scientifico, con il coinvolgimento del Centro per l'innovazione sociale di Vienna) è stato creato un Forum sui patti territoriali e la local governance europea. Assieme all'Ince (Inziativa centroeuropea) di Trieste, invece, abbiamo creato il Global Development Work, che raggruppa una rete di operatori, dirigenti, attori dello sviluppo locale legata alla Banca europea di ricostruzione e sviluppo, anch'essa proiettata ad Est. Ma oltre ad inserirsi nei circuiti internazionali della promozione dello sviluppo economico e sociale, il Trentino può trarre dalla presenza dell'Ocse anche altri benefici. Ad esempio, accedere alla sua biblioteca, sia cartacea che virtuale. Quella delle sede trentina è stata inaugurata oggi. L'Ocse -ha spiegato Chris Brooks- pubblica circa 500 titoli all'anno; una mole enorme di informazioni e dati statistici per la comparazione fra la situazione italiana e quella del resto del mondo, ma anche per esaminare in maniera comparata esperienze sviluppate a livello locale, come quella dell'integrazione dei lavoratori extracomunitari, oggetto di uno studio condotto recentemente dai ricercatori basato sulle esperienze della regione Piemonte, del comune di Milano e della provincia di Trento. Il nostro sito internet è visitato invece ogni anno da circa 18 milioni di utenti. Per i giornalisti esiste una parte riservata accessibile previa registrazione, che consente di visionare documenti e studi prima che essi divengano di dominio pubblico. OCSE news, 27 aprile 2005

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