Di diverso avviso don Albanesi che vede nella norma il tentativo di fare di Firenze "un gran salotto, perfetto per accogliere turisti danarosi e ingraziarsi i proprietari di bar e trattorie". "Questa è la logica, non ve ne sono altre. - sostiene il presidente di Capodarco - Ma Cioni e Domenici devono sapere che la città perfetta non esiste, e se da una parte avrai turisti ricchi e cittadini benestanti, dall'altra esisteranno sempre i mendicanti, quelli che non riescono a vivere normalmente perché sono fuori di testa, i poveri. Se vogliono una Firenze perfetta allora sopprimano le badanti, i vecchi, chi chiede l'elemosina. E la maledizione di Dio scenderà su di loro".

Don Albanesi aveva già espresso una sua totale contrarietà alla crociata contro i lavavetri, lanciata dal Comune di Firenze nell'agosto del 2007, puntando il dito su quei sindaci che pretendono la legalità dai più deboli senza offrire condizioni di vera legalità al resto dei cittadini. (VAI ALL'ARTICOLO>>). 
In una lettera ai sindaci di Roma, Bologna e Firenze («uomini di sinistra») gli amministratori venivano accusati di usare un "doppio passo", di tollerare l'illegalità frequente dell'abusivismo edilizio e del commercio per poi usare la mano dura con i più deboli come i lavavetri. "Quella di Cioni è una soluzione raffinata, - continua don Albanesi - paragonabile a quei quartieri dove si mantengono gli affitti alti così gli operai e gli stranieri non ci metteranno mai piede. E' una logica da selezione della razza, io la chiamo pulizia etnica. Una politica insopportabile".

In un altro recente intervento il presidente della Comunità denunciava la scomparsa della parola "povero" dalla campagna elettorale (VAI ALL'ARTICOLO>>). 
"Succede semplicemente che l'aspettativa delle persone è quella di vivere in una società ricca, opulente, forte e simpatica. E il povero non fa parte di questa immagine. - spiega don Albanesi - Ogni città ha le sue discariche per la spazzatura? Bene, ormai esistono anche le discariche per gli esseri umani, zone della città dove si ammassano gli indesiderabili, posti che nessun turista andrà mai a visitare. Ancora una volta, si inseguono il benessere, la ricchezza e l'opulenza".

Ma spesso sono gli stessi poveri a lamentarsi dei poveri. "I poveri non sopportano i poveri per quello che ho appena detto. - sostiene don Albanesi - Tutti vogliono partecipare allo stesso benessere. Ormai siamo arrivati ad un punto che se portiamo lo stesso maglione dell'anno scorso ci sentiamo a disagio. Ma la città offre naturalmente dei punti di eccellenza e dei punti di problematicità, questo accade in tutto il mondo e non si capisce perché Firenze debba costituire una eccezione. La città, come la vita, è una serie di punti positivi e negativi. Persone come gli amministratori di Firenze non vogliono affrontare la vita, vogliono rendere la città non umana. Cioè disumana".

In definitiva, ciò che il presidente della Comunità di Capodarco non sopporta della strategia adottata dal Comune di Firenze è la scelta netta della strada della sicurezza pubblica. "Qualcuno del Comune è andato a fare una breve indagine sui marciapiedi per capire chi siano questi mendicanti? Io ho una esperienza di un certo tipo, so che se non parli con i rom, gli immigranti, i mendicanti non potrai mai trovare una soluzione. Se non ci vuoi lavorare, allora la soluzione è cacciarli". E per quanto riguarda il racket, che "esiste e va spezzato", perché partire proprio dagli ultimi? "Se sono povero e non ho nulla da mangiare, accetterò un pezzo di pane anche da chi mi sfrutta.
Il racket si spezza quando si spezza il bisogno di quel tozzo di pane" conclude don Vinicio Albanesi.

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