Il Ministero della Salute, di concerto con i competenti servizi della Commissione UE e a seguito dell'intesa raggiunta ieri con le autorità europee sulle proposte del Ministro Livia Turco, ha definito un programma straordinario per la ricerca delle diossine che la Regione Campania dovrà adottare al fine di garantire la salubrità dei prodotti lattiero-caseari posti in commercio.
Il programma si compone di due fasi. Prima fase: consiste in un controllo ufficiale su tutti i circa 400 caseifici, ubicati nelle province di Caserta, Avellino e Napoli, che trattano latte di bufala. Sarà prescritto il divieto di commercializzazione del latte e dei relativi prodotti fino ad esito favorevole dell'analisi. In caso di esito sfavorevole, si procederà al prelievo di latte nei singoli allevamenti il cui latte faceva parte del campione.
Tali allevamenti non potranno conferire latte fino all'esito favorevole delle analisi. Inoltre, si procederà al controllo anche nelle aziende limitrofe, nel raggio di 3 km. Il latte ed i prodotti lattiero caseari, bloccati in attesa dell'esito delle analisi, in caso di esito sfavorevole del campione non verranno commercializzati. Tutti i risultati delle analisi effettuate saranno messi a disposizione della Commissione entro metà aprile. Conclusa la prima fase, si procederà, con lo stesso approccio, al controllo dei caseifici ubicati nelle province di Benevento (25 caseifici) e Salerno (185 caseifici).
I risultati di questi ulteriori controlli saranno comunicati alla Commissione entro il 25 aprile. Attualmente, la capacità dei laboratori ufficiali italiani è di 150 analisi in circa 15 giorni. I laboratori di riferimento europei, indicati dalla Commissione UE, analizzeranno il resto dei campioni in modo che i risultati possano essere disponibili nel più breve tempo possibile (10-15 giorni a partire dall'inizio del campionamento). Seconda fase: dopo i risultati analitici, sarà fatta una analisi epidemiologica per individuare l'estensione del fenomeno, e sarà resa disponibile una mappa rappresentativa della situazione, in modo da poter procedere ad eventuali ulteriori controlli.
Saranno presi in considerazione anche i dati storici, raccolti dal 2003 ad oggi. Una volta individuate le zone a rischio, si procederà ad un controllo conoscitivo, senza blocco cautelare, su tutti gli allevamenti bovini ed ovi-caprini.