La sua nomination a questo prestigioso premio si deve alla sua lunga lotta per i diritti delle bambine che lavorano come domestiche nelle famiglie di Cusco e che spesso vengono maltrattate e tenute recluse in casa. Josefina conosce bene il tema: lei stessa è stata mandata a "servizio" quando era ancora bambina. Nel 1994 ha fondato il centro Yanapanakusun che finora ha dato aiuto a migliaia di ragazze, molte delle quali hanno anche trovato rifugio nella struttura.
Da qualche anno Josefina e gli altri operatori del centro hanno costruito una scuola per bambini e adolescenti lavoratori, oltre a realizzare cinque programmi radiofonici per diffondere una cultura di rispetto dei diritti umani. Per finanziare queste attività il centro ha creato un hotel a Cusco. Insieme a Terre des hommes Italia sta portando avanti un progetto di prevenzione dello sfruttamento minorile nel distretto rurale di Huancarani.
Josefina sarà premiata il 18 aprile prossimo al Castello svedese di Gripsholm, alla presenza della Regina di Svezia, assieme alle altre due finaliste: Agnes Stevens (una statunitense che si batte per i bambini di strada americani) e Somaly Man (una donna cambogiana che ha fondato un'organizzazione per salvare le bambine vendute nei bordelli).