Sia gli attentati degli estremisti armati che le operazioni delle forze governative continuano purtroppo a seminare vittime tra la popolazione.
Caritas Italiana rinnova l'appello a porre fine alle violenze ed esprime vicinanza al Vescovo di Lahore, alla Caritas locale e alle famiglie delle vittime. Nonostante il clima di violenza continua ad adoperarsi accanto alla Chiesa locale, sostenendo molteplici interventi in favore dei più disagiati. In particolare con l'aiuto strutturale a Caritas Pakistan con corsi di formazione e di aggiornamento degli operatori e con una pronta mobilitazione per le frequenti calamità naturali che colpiscono il paese, come in occasione delle alluvioni del 2005, in cui è intervenuta con 115.000 euro, e soprattutto del violento terremoto del Kashmir dell'ottobre 2005.
Quest'ultimo, solo in Pakistan, causò 73.338 morti, 69.400 feriti gravi e più di 3,3 milioni di senza tetto. Caritas Pakistan, con l'aiuto della rete di Caritas Internationalis ed in particolare di Caritas Italiana, che ha contribuito con 1,4 milioni di euro, ha elaborato un programma articolato di risposta al terremoto sostenendo circa 15.000 famiglie nella prima fase con distribuzione di generi non alimentari di prima necessità, gestione di campi per sfollati, costruzione di abitazioni temporanee e avvio di un Programma sanitario, con l'allestimento 3 ospedali da campo, la ricostruzione di tre centri sanitari di base e la realizzazione di campagne di prevenzione e gestione delle emergenze.
In due anni sono stati vaccinati quasi 35.000 bambini e trattati più di 60.000 pazienti. È seguito poi un lavoro di riabilitazione socio economica, con il sostegno a circa 27.000 famiglie.
Oltre ad affiancare in modo diretto Caritas Pakistan, Caritas Italiana sta lavorando con altri partner in interventi che riguardano: la ricostruzione di 2 scuole pubbliche, l'assistenza legale ed economica a 4.975 soggetti più svantaggiati, un programma di microcredito e distribuzione di beni di prima necessità,la ricostruzione di 51 case e 2 edifici scolastici.
Per il futuro ci si concentrerà sull'obiettivo di collegare i programmi di emergenza e riabilitazione in atto con i programmi di sviluppo, sempre con attenzione prioritaria alle zone più disagiate e povere del paese.