Carola Carazzone, responsabile dell'ufficio diritti umani del Vis e portavoce del Comitato per la promozione e protezione diritti umani (di cui fanno parte 74 associazioni e ong italiane) afferma: "L'inottemperanza dell'Italia è talmente grave che il CERD ha ritenuto di inserire la questione nella procedura speciale di follow up: entro un anno da oggi il Governo sarà chiamato nuovamente a render conto dei progressi compiuti".
Educare a diritti umani oggi vuol dire educare alla pace, all'intercultura, alla gestione dei conflitti, alla cittadinanza mondiale. Educare ai diritti umani civili, economici, politici, sociali come diritti fondamentali, indivisibili e interdipendenti deve divenire una realtà.
Il documento del CERD, cosi, richiama l'attenzione sulla discriminazione dei migranti e delle comunità SINTI e ROM, presenti sul territorio italiano. Sottolinea la necessità di ricerche da condurre al fine di conoscere l'uso delle lingue, costumi, religioni o altri indicatori delle diversità etnie per individuarne i bisogni e favorire l'integrazione.
Il documento attira anche l'attenzione sullo stato in cui vivono oggi in Italia i tanti migranti. Persone -privi di documenti- provenienti da varie parti del mondo assistono alla violazione dei loro diritti economici, sociali, politici e culturali inclusi pagamenti di salari molto bassi, lunghi orari di lavoro e condizioni di vita precarie.
Il Comitato raccomanda, infine, che l'Italia incoraggi i media a combattere pregiudizi e stereotipi razzisti alimentati in parte dagli stessi mezzi di informazione.