L'analisi delle principali edizioni (diurna e serale) dei telegiornali RAI e Mediaset mostra, innanzitutto, un calo delle notizie sulle crisi umanitarie nel corso del 2007, che passano dal 10% del totale delle notizie (dato 2006) all'8% (6426 notizie su un totale di 83200). Di queste, solo 5 sono quelle dedicate alla Repubblica Democratica del Congo, dove il conflitto continua a infuriare nell'est del paese, e nessuna alla Repubblica Centrafricana, dove la popolazione è intrappolata nella morsa degli scontri tra gruppi armati, e dove lo scorso giugno un'operatrice umanitaria di MSF è stata uccisa in un attacco.
Una tendenza già riscontrata nei precedenti rapporti è quella, da parte dei nostri media, di parlare di contesti di crisi solo laddove riconducibili a eventi e/o personaggi italiani o comunque occidentali. Emblematici in questo senso sono la crisi in Somalia, cui si fa riferimento soprattutto in occasione di vertici politici cui partecipa il governo italiano o dell'omicidio di Ilaria Alpi; la guerra in Sri Lanka di cui si parla esclusivamente in occasione del ferimento dell'ambasciatore italiano; la Colombia, dove il conflitto tra governo, gruppi guerriglieri come FARC e ELN e gruppi paramilitari ha provocato la fuga di oltre 3 milioni di persone, portando il Paese al terzo posto tra i paesi con il più alto numero di sfollati dopo Repubblica Democratica del Congo e Sudan, entra nell'agenda dei notiziari soprattutto per il sequestro di Ingrid Betancourt.
Alla tubercolosi, che ogni anno provoca due milioni di vittime, e a cui nel 2006 erano state dedicate solo tre notizie, nel 2007 i TG hanno dedicato 26 notizie, di cui tuttavia ben 15 sulla vicenda di un americano affetto da una forma di tubercolosi resistente ai farmaci che viaggiava in aereo tra Stati Uniti ed Europa.
Il Darfur, dove il conflitto tra il governo del Sudan e i diversi gruppi di opposizione armata ha provocato lo sfollamento di oltre due milioni di persone dal 2004, ha visto una copertura mediatica maggiore rispetto al 2006. Le notizie, tuttavia, erano soprattutto relative a iniziative di raccolta fondi e di brevi visite di personaggi celebri del mondo dello spettacolo.
Alla malnutrizione, che ogni anno uccide 5 milioni di bambini sotto i 5 anni, sono state dedicate solo 18 notizie, la maggior parte delle quali in relazione a generici appelli del Papa contro la fame nel mondo e alla campagna "Il Cibo non Basta" di MSF per promuovere l'utilizzo degli alimenti terapeutici pronti all'uso per combattere la malnutrizione infantile. All'AIDS, che uccide due milioni di persone ogni anno, 54 notizie. Alla malaria, che ne causa una ogni 3 secondi, solamente 3.
"MSF è stata creata da un gruppo di medici e giornalisti con il duplice obiettivo di portare soccorso alle popolazioni in pericolo e di testimoniare della loro situazione", afferma Kostas Moschochoritis, direttore di MSF Italia. "È spesso difficile, in Italia ma anche nel resto del mondo, raccontare le vite e le sofferenze dei milioni di persone che incontriamo e curiamo ogni anno in oltre 65 paesi del mondo. È importante che i media si impegnino per informare sulla realtà dei tanti contesti di crisi nel mondo perché raccontare significa sollevare problemi che altrimenti resterebbero nascosti e richiamare alle proprie responsabilità nei confronti delle popolazioni in pericolo i governi e le istituzioni.
Ed è importante anche perché i cittadini italiani hanno il diritto di essere informati sulle tante crisi umanitarie, perché non è vero, come viene spesso affermato, che queste non interessano: lo dimostrano le centinaia di migliaia i cittadini italiani che, attraverso le loro donazioni, contribuiscono all'azione di MSF per aiutare popolazioni spesso dimenticate, e i 30mila italiani che lo scorso anno hanno aderito alla campagna di MSF "Dimmi di Più" chiedendo un'informazione più attenta alle crisi umanitarie".
Contemporaneamente al rapporto sulle crisi dimenticate, MSF ha presentato alla stampa il libro "Non tornerò col dubbio e con il vuoto", edito da Il Pensiero Scientifico Editore. Il libro, con la prefazione di Giovanni Porzio, inviato di Panorama, è una raccolta di testimonianze di alcuni degli oltre 150 italiani che ogni anno partono come operatori umanitari di Medici Senza Frontiere dalle tante crisi umanitarie (guerre, epidemie, catastrofi naturali) degli ultimi anni: dallo Tsunami alle crisi nel Darfur e in Repubblica Democratica del Congo, dal terremoto in Pakistan alle guerre in Afghanistan, in Colombia e in Uganda; dalle pandemie di AIDS in Africa e in Asia alle violenze in Liberia e in Haiti.
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