Khyelitsha (Cape Town) 8 marzo 2008. Eunice, 26 anni, alle spalle una lunga storia di abusi e maltrattamenti. Dopo la nascita del figlio, i litigi tra lei e il marito diventano sempre più frequenti. Anche se la donna non ne capisce nemmeno le ragioni. Le sembrano infatti pretestuosi per arrivare alla violenza. Si instaura la paura: di parlare, di pensare, di agire. Qualsiasi cosa porta all'abuso da parte del marito e l'ansia diviene la regola di vita.
Eunice si trasferisce da suo padre per ridurre la tensione. Cerca anche di uccidersi, dandosi fuoco dopo essersi cosparsa di petrolio anche per disperazione economica, visto che lui non le manda un centesimo per il bambino. Rimane 5 mesi in ospedale per curarsi dalle ustioni gravi provocate. Sopravvive solo con metà del child grant che la suocera le passa, un modestissimo assegno governativo che una persona come lei, priva di documenti di identità, non può richiedere. Eunice si sente una rifugiata, sotto minaccia, non potendo tornare a casa tranquillamente. Decide di rivolgersi alla Casa del Sorriso di Cesvi, dove gli assistenti sociali stanno svolgendo con lei un'attività di counselling psicologico, assistenza medica, consulenza tecnica per la richiesta di documenti.
In una delle grandi metropoli del globo, dove stride il contrasto tra aree ricchissime e periferie sottosviluppate, milioni di persone vivono in baracche prive di qualsiasi infrastruttura igienico-sanitaria, l'HIV colpisce il 30% delle persone (50% donne incinte), il tasso di disoccupazione è dell'80%. Si calcola che ogni 6 ore una donna venga uccisa dal proprio partner. Qui le donne subiscono violenze abituali tra le mura domestiche o semplicemente mentre fanno la spesa o prendono un autobus, a causa della credenza della superiorità maschile nella sfera sessuale unite al mito che rapporti sessuali con soggetti vergini protegga dall'AIDS e ad un altissimo tasso di alcolismo.
In questo contesto dove la violenza viene negata e rifiutata, da un progetto ambizioso è nata una struttura che con la sua presenza vuole dire no alla violenza e rappresentare una speranza per queste donne. Ogni giorno da circa un anno decine di donne con storie di questo tipo si rivolgono alla Casa del Sorriso di Cesvi nella township di Philippi, dove grazie al sostegno di MEDIAMARKET (proprietaria delle insegne Media World e Saturn, che continua a credere con forza in questo progetto ambizioso) trovano ospitalità temporanea, assistenza sanitaria, recupero psico-sociale, assistenza legale, formazione professionale e inserimento in piccole attività economiche.
Un'opportunità concreta per ricostruire la propria vita in autonomia e libertà. Oggi la Casa ospita 9 donne e 20 bambini, riceve ogni giorno fino a 20 donne per dare assistenza su hiv, violenza, pianificazione familiare, accoglienza e supporto ai bambini vittime di violenza.
Al fianco di Cesvi, l'instancabile e caparbia azione di migliaia di donne impegnate nei gruppi di supporto comunitario, in particolare i gruppi di risparmio (savings groups), struttura portante di tutti i programmi di sviluppo sociale nelle baraccopoli sui temi HIV/Aids, violenza, coscienza dei diritti umani.
Questo 8 marzo é dedicato a queste donne coraggiose.
Ufficio Stampa Cesvi
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