1. L'adozione come alternativa all'aborto - Il diritto del nascituro alla vita deve essere al centro delle future politiche familiari, così come la necessità di rendere le donne consapevoli della possibilità di dare la vita al proprio figlio, sapendo di poter contare su un'immediata accoglienza di in una famiglia adottiva. In tal senso la donna deve essere messa nelle condizione, qualora lo desideri, di poter donare il proprio figlio in adozione.
2. Adozione aperta - E' una possibilità per offire una relazione affettiva a bambini in difficoltà, ma va estesa e chiarita con una precisa normativa. Si tratta della opportunità di adottare un minore senza che si interrompano i suoi legami con la famiglia di origine, attualmente possibile solo come misura straordinaria prevista dalla Legge 184/83. Questa soluzione, definita "adozione mite", è stata promossa dal Tribunale per i minorenni di Bari.
3. Affido, solo a tempo e con una nuova gestione - L'affido ha valore solo quando è uno strumento temporaneo di accoglienza, nell'interesse del bambino a ricostruire i legami familiari spezzati. L'affido sine die va quindi superato, perché non permette al minore di essere inserito definitivamente in famiglia, di origine o adottiva. Per rilanciare l'affido occorre, quindi, che entrino in campo nuove forze e che la gestione dell'affido sia riconosciuta e assegnata alle associazioni familiari accreditate.
4.Le Case famiglia, ma quelle vere - E' urgente una revisione della normativa sull'accoglienza residenziale che riconosca le diverse tipologie di Comunità e promuova le Comunità realmente familiari. AiBi ritiene debbano essere favorite le Case Famiglie gestite da famiglie - coppie di coniugi - nell'ambito di una normativa che ne riconosca le peculiarità.
5.La CAI, da Commissione a Authority - Occorre trasformare la Commissione per le adozioni internazionali in una Authority, presieduta da un giurista o da un rappresentante della società civile, svincolata così dagli avvicendamenti politici: da un lato per renderla più autorevole con le autorità straniere, dall'altro per intensificare l'attività di controllo sugli enti.
6.Enti autorizzati: l'iter adottivo regione per regione - Formare le coppie sul territorio per offrire un servizio di sostegno e accompagnamento è essenziale per rispondere alla nuove sfide dell'adozione. E' dunque necessario che l'ente sia autorizzato a operare solo nelle regioni in cui ha la sede.
7.L'adozione internazionale, gratuita - Una battaglia di AiBi, da sempre. Oggi è quanto mai necessario riconoscere la detraibilità al 100% delle spese procedurali - spese relative al personale, amministrative, legali - purché certificate dall'ente autorizzato agli aspiranti genitori adottivi, mantenendo ancora la deducibilità al 50% per le sole spese di viaggio e permanenza all'estero.
8.Una Banca dati europea - Una Banca dati europea che contenga i minori adottabili - non accolti attraverso l'adozione nazionale - e i potenziali genitori adottivi. Se dopo sei mesi un minore adottabile non trova una famiglia nel suo paese di origine, deve essere inserito nella Banca dati europea. In questo modo si garantirebbe una soluzione per quei bambini che non trovano nei loro paesi una famiglia disponibile all'accoglienza.
9. L'affido internazionale - L'affido internazionale deve essere regolamentato in un quadro normativo chiaro. Pur non essendo l'escamotage per adottare, potrebbe diventare un modo per dare una famiglia temporanea a quegli adolescenti che altrimenti sarebbero costretti a crescere in istituto fino alla maggiore età.
10.Islam e minori: la kafala - E' la più alta forma di protezione per l'infanzia abbandonata prevista dalla legge islamica. Pur non essendo una adozione legittimante, deve essere garantito alle coppie musulmane residenti in Italia il diritto di poter accogliere minori abbandonati nei vari paesi islamici: deve però essere studiato uno strumento giuridico che lo consenta, tagliando i legami tra minore adottato e famiglia di origine.