"Aut tace, aut dic meliora silentio", ovvero "O taci, o dici cose migliori del silenzio" (S. Agostino)... e non sempre è detto che parlando si dicano cose più intelligenti, per carità, ma la Cnesc, vuoi per necessità vuoi per scelta, difficilmente consegna il proprio pensiero attraverso comunicati stampa o parlando di argomenti che non direttamente la riguardano. Così su questa complicata vicenda della riforma della legge 266 fin dal momento in cui il ministro Giovanardi aveva annunciato di voler inserire in qualche modo una qualche forma di finanziamento al servizio civile - in questo caso agito da associazioni di volontariato - abbiamo ritenuto di non esprimerci perché era in un contesto che riguarda una parte, nemmeno maggioritaria, del mondo del servizio civile e della Conferenza nello specifico. In questi ultimi giorni però le sollecitazioni sono giunte da più parti perché esponessimo il nostro pensiero sull'argomento e siccome le sollecitazioni sono state molte e molte cose sono accadute credo sia il momento di fare un po' di memoria e provare a mettere giù alcune riflessioni in modo da avere tutti insieme un po' di informazioni. E' stato nello scorso autunno che il ministro Giovanardi ha iniziato ad annunciare pubblicamente che avrebbe inserito all'interno della riforma della legge sul volontariato una frase che dava una qualche possibilità esplicita di finanziamento ai progetti di servizio civile - lo ha fatto anche nel corso della presentazione del nostro rapporto annuale. In tutte le occasioni la Cnesc ha ribadito che non riteneva di essere l'interlocutore giusto per commentare tale provvedimento, sia per convinzione sia anche per mancanza di conoscenza completa sulla materia da parte di molti di noi. In realtà da quei primi annunci le cose si sono modificate. Solo la scorsa settimana abbiamo avuto la completa informazione su quanto è capitato e su cosa è stato depositato effettivamente. Le conseguenze sono che dovrebbe essere presentato un decreto sostanza del quale è: la prossima settimana il Governo presenta al senato un emendamento al maxi decreto con il quale si pro-pone lo stralcio ex art. 15 della legge 266, quello secondo il quale le fondazioni devono distribuire 1/15 dei loro utili ai centri servizi di volontariato; a questo punto il contenuto dell'art. verrebbe sostanzialmente modificato poiché vi si prevede che il 50% di questi fondi venga ancora erogato ai centri di servizio mentre il restante 50% verrebbe erogato direttamente a progetti di associazioni di volontariato compresi a progetti approvati dall'UNSC, ma tali fondi verrebbero gestiti dai comitati di gestione che rispondono, come tutti ben sanno, alle logiche delle fondazioni bancarie. La posizione del Forum del Terzo Settore a fronte di questo decreto è: 1. totalmente sbagliato il metodo: il ministero competente - quello del Welfare nella persona della sottosegretario Sestini - non si è più confrontato con il mondo del volontariato conoscendone bene la contrarietà a tale contenuti, non solo: si arriva allo stralcio di un articolo non indiffe-rente nel contesto della riforma invece di andare a discutere l'intero progetto di legge 2. i contenuti: si nega totalmente la capacità di autodeterminazione del volontariato; in questo mo-do sono le Fondazioni che decidono priorità di intervento e soggetti fruitori 3. il servizio civile: comunque con questo meccanismo il servizio civile non acquisirebbe grandi fon-di poiché rimarrebbe legato alle logiche delle fondazioni e quindi avulso sia dagli enti che dalle regioni stesse 4. l'ammontare dei fondi: posto che le fondazioni in questi anni non hanno mai erogato tutti i fondi che avrebbero dovuto ai centri di volontariato, ma solo un terzo, rimane pendente un ricorso presso il TAR del Lazio contro la circolare Visco per la quale i fondi complessivi destinati sarebbero dimezzati. Risultato: il potere delle Fondazioni diviene ancora maggiore, il volontariato si troverebbe depauperato di risorse ed i risultati anche in termini di ricaduta di fondi per il servizio civile sarebbero minimi. Queste obiezioni possono essere considerate fondamentalmente corrette, a queste dal nostro punto di vista si potrebbero aggiungere le nostre osservazioni e dubbi di questo periodo circa il Fondo nazionale: le Regioni, lo hanno più volte dichiarato, non daranno mai un euro in più al Fondo Nazionale, le Fon-dazioni dicono che li daranno con questo decreto, ma noi che le conosciamo sul territorio, sappiamo che non sganceranno mai soldi sul Fondo a meno che per entrambi di questi non sia chiaro che in realtà i fondi li governano loro e non solo nel senso del vincolo territoriale; ci ha lasciati perplessi anche un'eventuale applicazione di regolamento su tali fondi e abbiamo provato ad interrogarci su cosa potrebbe accadere. I fondi della legge 266/91 sono per "servizi al volontariato" e, ad oggi, vengono utilizzati per le strutture dei centri di servizio e per finanziare progetti di sostegno al volontariato e non per progetti di singole associazioni. Nel caso che passasse la regola che una parte di questi fondi potessero servire a finanziare i progetti di Associazioni si porrebbe il caso di Associazioni che presentano progetti di volontariato che contengono al loro interno progetti di Servizio civile Nazionale. A questo punto nulla vieterebbe che i CSV finanziassero con servizi o risorse dirette i costi strutturali del progetto di servizio civile. Fino a qui, visto che il finanziamento andrebbe alle strutture, non risulta chiaro quanto questo finanziamento potrebbe contribuire ad aumentare i numeri di ra-gazzi in servizio. Noi crediamo che in questo caso i CSV potrebbero cofinanziare anche la paga dei giovani in servizio civile (solo questa è la mediazione possibile); ma per evitare ulteriori "tipi di servizio civile" sarebbe opportuno che il finanziamento transitasse per l'UNSC e che, verificate le condizioni di correttezza sul fronte accreditamento e progetto di servizio civile nazionale, fosse l'UNSC stesso a svolgere tutte le funzioni riguardanti il Servizio Civile. In questo modo si salvaguarderebbero i principi fondamentali che riguardano la destinazione dei fondi della 266/91 (supporto al volontariato) sia i valori della legge 64/2001 non modificando nes-suna regola per il Servizio civile nazionale. Altro obiettivo che si raggiungerebbe è evitare l'inserimento di ulteriori soggetti (rimangono solamente: enti accreditati, CSV e UNSC) e non si creerebbe un ulteriore canale separato; inoltre cre-diamo che questo potrebbe diventare un laboratorio per eventuali altre possibilità di cofinanzia-mento. In tutto questo sistema diventa fondamentale che la gestione dei fondi non sia trasferita ai comi-tati di gestione ma che rimanga ai CSV. Come vedete la delicatezza è forte e questa situazione rende ancora più urgente il chiarimento sui ruoli dei CSV nel sistema del servizio civile. Bene, acclarato che le posizioni erano queste il Forum e la consulta del volontariato al suo interno ha incontrato il ministro Giovanardi una prima volta e poi una seconda, ribadendo le posizioni ma an-che dando sostanziale disponibilità a vedere se era possibile una mediazione visto che proprio non si poteva impedire che venisse presentato il decreto - peraltro con voto di fiducia. Il ministro si è quindi impegnato a recepire le proposte del Forum e a trovare un accordo con la sottosegretario Sestini: che alla disponibilità corrisponda poi un decreto sostanzialmente non è dato di saperlo certo alla Cnesc. Per noi nel nostro insieme il decreto, anche uscisse in forma mediata, più favorevole quindi al mondo del volontariato impone alcune attenzioni: intanto è necessario mantenere alta la guardia in modo da evitare che questo eventuale provvedi-mento non vada a detrimento di altre realtà che sul territorio gestiscono servizio civile e che non sono associazioni di volontariato; verificare se poi questo meccanismo è accessibile per tutte le associazioni di volontariato oppure solo per alcune che corrispondono ad alcuni requisiti: iscrizione albo volontariato e enti accreditati contemporaneamente; verificare la capacità dell'UNSC di inserirsi in un meccanismo che ha a sua volta esigenze di tempi e di programmazione come sono i Centri ci Servizio al volontariato; Questi sono solo alcuni esempi di quali dubbi suscitino questi provvedimenti e che ci fanno dire che meglio sarebbe riconsiderare l'intera vicenda in un percorso di ridiscussione della legge 266 e per quanto riguarda il Fondo Nazionale del Servizio Civile di definirlo con obiettivi chiari che definisca-no quale servizio civile vogliamo veramente. Fonte: Vita

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