In Darfur, le equipe di Medici Senza Frontiere (MSF) continuano a non avere accesso alla regione di Seleia e non hanno potuto valutare la situazione in seguito ai recenti attacchi. Secondo le testimonianze dei rifugiati in Ciad, un certo numero di persone avrebbe cercato rifugio nelle montagne del Jebel Moon, una zona dove lo scorso lunedì sono stati riportati combattimenti.
Aiuti d'emergenza e insicurezza In seguito ai bombardamenti e agli attacchi nella regione di Seleia in Darfur, migliaia di persone hanno cercato rifugio in Ciad, nella regione frontaliera di Birak. Le persone che sono riuscite ad attraversare il confine sono traumatizzate. Molte famiglie sono state separate e non hanno notizie di chi è rimasto in Darfur.
Le equipe di MSF hanno avviato immediatamente una valutazione dei bisogni dei rifugiati nella regione di Birak. Tra 7mila e 8mila persone sono state identificate, dislocate in diversi siti nella zona circostante. Alcuni sono riusciti a portare pochi beni con loro (animali, un po' di cibo) e hanno ricevuto assistenza dalla popolazione locale. Tuttavia, la loro situazione resta precaria.
MSF e poche altre organizzazioni hanno potuto rispondere ai bisogni più urgenti, assicurando assistenza medica e distribuendo cibo e generi di prima necessità come teli di plastica, taniche per l'acqua, sapone e coperte. Tuttavia, da tre giorni a questa parte, le equipe non hanno potuto recarsi a Birak a causa del peggioramento delle condizioni di sicurezza. Se i rifugiati non riceveranno aiuti durante le prossime settimane, la loro situazione potrebbe peggiorare rapidamente.
Nel Ciad orientale, MSF fornisce cure mediche di primo e secondo livello, cure psicologiche, distribuisce acqua potabile e allestisce servizi igienici per i rifugiati sudanesi e la popolazione ciadiana sfollata o residente a Abéché, Adré, Farchana, Goz, Beida, Dogdoré, Guereda, Iriba e Am Timam. MSF sostiene inoltre quattro centri di salute nelle vicinanze di Guereda, compreso quello a Birak.
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