Dopo la conclusione degli scavi nei bacini di acquacoltura e nei canali di collegamento e la messa in opera delle chiuse, verrà piantato un cospicuo numero di mangrovie per ripristinare le barriere naturali dal mare. In alcune vasche saranno piantati degli esemplari di mangrovie per l'ossigenazione dell'acqua. Questi lavori stanno dando un reddito sicuro a oltre una quarantina di ex-allevatori ittici rimasti disoccupati a causa dello tsunami.
A partire dalla seconda metà di marzo, una volta riabilitati tutti i bacini, si passerà all'attività di itticoltura vera e propria, con la distribuzione di utensili, mangimi e avanotteri di gamberi, cefali e cernie. Si prevede che gli allevatori possano iniziare a ricavare un reddito dalle proprie attività già da quest'estate. Nel frattempo saranno avviati i laboratori di sartoria, produzione di cracker di semi di melinjo (un alimento tradizionale locale) e trasformazione del pesce, indirizzati soprattutto alle donne. In tutto beneficieranno di questo progetto circa 500 famiglie.