Di Ilaria Borletti Il volontariato italiano rischia di essere penalizzato dalla " competitività". All'interno del maxi-decreto sulla competitività, infatti, il Governo propone , all'Art 17, un taglio nei fondi per i Centri di Servizio per il Volontariato (CSV), che alle associazioni erogano servizi e formazione. I CSV, è bene ricordarlo, sono finanziati attraverso i Fondi Speciali conferiti dalle Fondazioni di origine bancaria, che, in base alla legge 266/1991 (la legge quadro sul volontariato) destinano appunto una parte delle loro risorse alla creazione e alla gestione dei Centri di Servizio al Volontariato. L'art. 17 , in discussione in Senato e in via di approvazione con la forma del Decreto Legge, prevede che questi fondi siano in futuro destinati in parte ai CSV (non meno del 50%, dice il testo), in parte al finanziamento di progetti presentati dalle associazioni di volontariato e in parte, infine, al sostegno del Servizio Civile volontario. Si prospetta quindi una sorta di scontro tra il volontariato e i giovani del servizio Civile per l'utilizzo di fondi, si badi bene, privati; il Governo ha cioè adottato un metodo discutibile nell'accogliere le indicazioni delle parti sociali, optando per una conflittualità che certamente non giova al Paese. Si chiede al privato (le Fondazioni bancarie) di sostenere economicamente un progetto pubblico (il servizio civile volontario), per il quale lo Stato non ha risorse sufficienti. La riduzione dei fondi destinati ai CSV è un evidente passo verso l'incrinarsi di un rapporto con tutto il Terzo Settore, fondamentale per la collettività. Quindi il Summit della Solidarietà rileva ancora una volta una questione di metodo certamente molto discutibile. Si usa lo strumento del Decreto Legge per imporre variazioni opinabili a una legge quadro, la cui modifica richiederebbe invece una discussione ampia con le parti sociali e si disconosce la valenza di qualsiasi rappresentanza del Terzo Settore, che non viene nè interpellato, nè ascoltato. Per quanto riguarda più precisamente il merito, ci preme sottolineare che soprattutto le associazioni rappresentate dal Summit richiedono un tipo di volontariato professionalmente qualificato, con la necessaria competenza per svolgere il proprio delicato lavoro: l'assistenza alle persone disabili per esempio o ai malati terminali a domicilio non può essere affidata ai volontari senza che essi siano stati preparati da opportuni corsi di formazione. E' perciò indispensabile un utilizzo adeguato e trasparente dei fondi speciali delle fondazioni bancarie, per rendere il volontariato più preparato e professionale, di fronte alle molte sfide di questi anni. Formazione e sostegno professionale sono sempre più necessari al volontariato, che anche per la sua estrema frammentazione spesso non ha le risorse necessarie: fondazioni bancarie e CSV sono uno degli strumenti fondamentali per superare questi limiti. Non devono essere spinti inutilmente, e proditoriamente, su posizioni opposte, che frenano la crescita in Italia di un associazionismo maturo e di un Terzo Settore più forte. Summit della solidarietà, 13 aprile 2005

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