Un fatto è certo. La presenza di Avis nelle Università non può limitarsi al semplice posizionamento di un'autoemoteca al di fuori di un ateneo. E'quanto emerso durante la due giorni del Forum Nazionale Giovani, tenutasi nell'ultimo fine settimana a Lecce. Un Forum che ha avuto proprio per tema i "Nuovi scenari organizzativi per i rapporti tra Avis e Università" e che ha visto la partecipazione di 150 ragazzi, in rappresentanza di 12 regioni italiane. Foltissima, ovviamente, la delegazione pugliese, che ha fortemente voluto l'organizzazione in Salento del tradizionale appuntamento dei giovani avisini. Il Forum è stato inaugurato da 3 relazioni: una più interna all'Associazione, esposta da Franco Bussetti, coordinatore dell'area politiche formative, e le altre due in capo a Fabio De Nardis, docente di sociologia del mutamento e di sociologia politica all'Università di Lecce, e da Giampiero Saladino, responsabile formazione della Confindustria di Ragusa.
4 gli argomenti affrontati dai giovani nei gruppi di lavoro: la leadership e il miglioramento organizzativo, la comunicazione, la gestione efficace di una riunione di lavoro, la progettualità associativa su giovani, donne e migranti. Difficile riassumere tutti gli spunti emersi, anche se i seguenti sono apparsi i più interessanti e condivisi: l'Avis in Università deve prima puntare sulla sensibilizzazione alla salute e alla prevenzione e solo in un secondo momento concentrarsi sulla promozione della donazione di sangue; bisogna organizzare attività interessanti e divertenti, da cui possa scaturire un invito a donare; bisogna costruirsi la possibilità di far entrare le attività associative tra i crediti di formativi di facoltà quali Medicina e Scienze sociali; è necessaria una maggiore collaborazione con le altre associazioni di volontariato o studentesche presenti in Università.
Per i giovani avisini i prossimi appuntamenti sono in programma a Camaiore (ad aprile, con il Civis) e a fine maggio a Rimini.

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