«Abbiamo fatto 3.500 miglia per dimostrare il nostro impegno - ha dichiarato Guido Bertolaso, capo della Protezione civile italiana al suo arrivo a Yirol - . Dopo il Ponte Italia che mirava a migliorare i trasporti, abbiamo deciso di avviare questo ospedale. Il nostro impegno non si fermerà, non ci sarà discontinuità. Chiedo alle autorità di poter dedicare questo ospedale a una persona importante, un parlamentare più volte ministro, un uomo saggio che non ha potuto coronare il suo desiderio di venire in Sudan: Beniamino Andreatta. Dedichiamo l'ospedale di Yirol a lui, come auspicio per il futuro di questo paese». Apprezzamento per il lavoro svolto anche da parte dell'ambasciatore a Kartoum Roberto Cantone, di recente nomina, che ha aggiunto: «sono molto fiero di rappresentare oggi il mio paese. Qui si conferma un ruolo per l'Italia capace di azioni concrete e di progetti fatti per la gente».

Un impegno che ha visto Medici con l'Africa Cuamm in prima linea nell'intervento di riabilitazione e messa in funzione della struttura. «Quello che abbiamo fatto è sotto gli occhi di tutti, quello che non si vede è l'enorme sacrificio che ha comportato - ha affermato il Dott. Rinaldo Bonadio medico direttore dell'Ospedale, affiancato dal direttore di Medici con l'Afrca Cuamm don Luigi Mazzucato -. Quel che è più importante è che abbiamo conquistato la fiducia della gente. Molto rimane da fare per potenziare la capacità diagnostica di questo ospedale, a cui vogliamo dare un supporto di alta qualità. È come il decollo di un aereoplano: dobbiamo passare dall'emergenza allo sviluppo. Queste due non possono essere fasi separate, devono sovrapporsi per non far cadere l'aereo, che qui vuol dire la salute di tutta una comunità».

«È bello essere testimoni dell'apertura ufficiale di questo ospedale. Sono stati fatti lavori fantastici - ha dichiarato Major Agook Manyel, Commissioner di Yirol West, dove ha sede l'ospedale -. Promettiamo di collaborare e assicurare la massima sicurezza a chi vi lavora. Accettiamo ufficialmente la dedicata dell'ospedale alla memoria di Beniamino Andreatta. Dopo la guerra, dopo la firma degli accordi di pace, adesso questo ospedale cambia l'ambiente, i saperi sanitari. Soprattutto cambierà anche il nostro aspetto. Questo ospedale è un potente fattore di cambiamento per tutto il paese. È un giorno storico per Yirol, perché apre un ospedale dopo 26 anni di guerra. È il passo più significativo verso la trasformazione di un'amministrazione da militare a civile».

Incoraggiato da mons. Cesare Mazzolari, vescovo di Rumek (la diocesi in cui si trova Yirol) a «essere ancora medici missionari, a guidare per mano questa gente, a condividere le conoscenze perchè la nostra gente possa formarsi e guarire il suo popolo», Mons. Luigi Mazzucato, direttore di Medici con l'Africa Cuamm ha affermato: «dopo tanti anni di pellegrinaggio in Africa, questa terra del Sud Sudan mi ha fortemente colpito. Qui ho visto altri ospedali in condizioni tristi, penosissime. Chi ha un minimo di sensibilità e interesse per l'Africa, non può rassegnarsi a situazioni tanto indegne della condizione umana. Oggi, finalmente dopo tanti anni, Medici con l'Africa Cuamm raggiunge l'importante traguardo di questa straordinaria riabilitazione e dell'equipaggiamento dell'ospedale di Yirol. È lo stimolo a continuare nell'impegno per creare un senso di reazione verso questo vero e proprio abisso di differenze. Per parlare di diritti umani e di diritto alla salute occorre confrontarsi con questa realtà. Oggi non ci limitiamo alle parole, ma gridiamo con i fatti alle nostre coscienze, quanto un ospedale sia davvero discriminante tra la vita e la morte. Gioisco per la grande festa e la straordinaria accoglienza di questa gente, che vede nascere un futuro diverso, di speranza, per donne, bambini, mamme, una intera comunità. Chiediamo di essere supportati dalle istituzioni e dall'opinione pubblica, in questa grande opera di pace. Abbiamo avviato un'mpresa molto impegnativa, che chiede grande sforzo di risorse umane e finanziarie e che non possiamo interropere, per raccogliere il bisogno silenzioso di questa gente»

SCHEDA - IL PROGETTO

L'Ospedale di Yirol ritorna in funzione e viene restituito alla sua comunità.
La struttura è situata nello Stato dei Laghi, Regione del Bahr el Ghazal, un territorio grande tre volte l'Italia, in una zona dove si concentra la maggior parte della popolazione sud sudanese, dove gli indicatori sanitari sono tra i peggiori del paese e dove mancano infrastrutture fondamentali quali strade, acquedotti, scuole e strutture sanitarie. L'Ospedale, in stato di totale abbandono all'inizio dell'intervento, è di riferimento per un bacino di utenza di 500.000 persone che si stima vivano nella zona, una popolazione seminomade di etnia prevalentemente Dinka dedita alla pastorizia, priva di un'assistenza sanitaria adeguata.

L'intervento, frutto degli accordi con le autorità civili, politiche e sanitarie locali, grazie al contributo della Protezione Civile Italiana e al lavoro di Medici con l'Africa Cuamm, ha consentito:
> di riaprire la sala operatoria e la sala parto, con la ripresa delle attività chirurgiche di emergenza ed elettive di base;
> di garantire la presenza di personale medico e infermieristico italiano per l'avvio delle attività (un medico chirurgo, un internista e un'infermiera);
> di avviare un laboratorio analisi;
> di creare uno spazio degenza con 20 posti letto.

Per assicurare il funzionamento dei servizi riattivati sono stati forniti i farmaci, le attrezzature, i materiali di consumo e gli arredamenti necessari. Inoltre, per coinvolgere fin dall'inizio le autorità sanitarie locali nella realizzazione delle attività e nella gestione dell'ospedale, lo staff medico e infermieristico italiano ha svolto un lavoro dedicato alla formazione del personale locale, nelle competenze sia cliniche sia gestionali, con cicli di corsi di formazione e attività di formazione on the job.

SCHEDA - IL PAESE

Sudan: l'Africa del bisogno più estremo
Il Sudan è il paese più esteso dell'Africa, uno dei paesi africani più ricchi di petrolio e di risorse naturali, tristemente noto per avere gli indicatori socio-sanitari più bassi del continente, oltre che per i 2 milioni di morti, i 4 milioni di sfollati interni e le 600 mila persone rifugiate causati da una lunga guerra civile. Il conflitto interno scatenato dai contrasti fra il Nord del paese, arabo musulmano, e il Sud, cristiano e animista, è iniziato con l'indipendenza nel 1956, ed è continuato quasi ininterrottamente fino al 2005, anno della firma del Comprehensive Peace Agreement, che ha dato avvio a un periodo di pace.

Il progetto "Emergenza Yirol: un ospedale da riaprire" interviene nel Sud del Paese, nello Stato dei Laghi, nella regione del Bahr el Ghazal. In questo territorio, grande tre volte l'Italia, si concentra la maggior parte della popolazione sud sudanese e mancano infrastrutture fondamentali quali strade, rete elettrica, acquedotti, scuole, strutture sanitarie. La zona di Yirol è particolarmente ricca d'acqua e per questo motivo la concentrazione di popolazione e di bestiame è tra le più alte dell'intero paese. Pur non potendo essere considerata una zona ecologicamente povera, non vi è pressoché alcuna attività economica oltre a quella di sussistenza. Il processo di pacificazione, iniziato con la firma degli accordi di pace del 2005, sta facilitando il ritorno di molti sfollati. Seppure il loro numero è di difficile stima, l'impatto sulla situazione socio-sanitaria del territorio è significativo.

A Yirol gli indicatori socio-sanitari sono fra i peggiori del Sudan e degli Stati africani in generale: le strutture sanitarie esistenti sono pochissime rispetto agli enormi bisogni, il personale sanitario è carente (quando non assente) e spesso inadeguato, le forniture di farmaci e materiali sono discontinue. Il Governo Federale del Sud Sudan ha adottato una politica sanitaria fortemente decentrata, ma sono da definire ancora in dettaglio le attribuzioni di competenza ed i livelli di delega tra Governo centrale e Stati federali. Costruito nel 1962 ed individuato dalle autorità sanitarie sud-sudanesi come ospedale di contea, all'inizio dell'intervento l'ospedale di Yirol si presentava come struttura composta da una decina di padiglioni di cui alcuni funzionanti, grazie al supporto della Croce Rossa, e altri in stato di totale abbandono.

Le condizioni di vita sono precarie e i problemi sanitari più diffusi sono legati allo scarso accesso ai servizi di medicina preventiva e curativa: malaria, tubercolosi, polmoniti, diarree, oncocerchiasi, schistosomiasi sono le malattie più frequenti. Alcuni dati. L'aspettativa di vita media è di 42 anni, fra le più basse del continente. La mortalità infantile e mortalità materna sono invece fra le più alte del continente, rispettivamente superiori al 250/1.000 e a 1.800/100.000: il che significa che 25 bambini su 100 muoiono prima di raggiungere i 5 anni di età. La copertura vaccinale è inferiore al 20% e i parti assistiti sono meno del 10%.

Per maggiori informazioni: Ufficio Stampa Medici con l'Africa Cuamm - Linda Previato, cell: 340.6920505, tel 049.8751279 

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