"MSF è in grado di prendere in carico in maniera adeguata i pazienti nei due centri di trattamento del colera a Lubumbashi e in un terzo centro a Likasi", spiega Bertrand Perrochet, coordinatore del pool d'urgenza di MSF per il Congo."Tuttavia, sembra che il picco dell'epidemia ancora non sia stato raggiunto, poiché il numero dei pazienti continua ad aumentare nelle due città".

A Lubumbashi, capitale del Katanga e seconda città della Repubblica Democratica del Congo, un totale di 389 pazienti sono stati curati da MSF contro il colera durante la prima settimana di febbraio. Questo porta a 2543 il numero di persone colpite dal colera a Lubumbashi dalla fine di settembre 2007, quando sono stati registrati i primi casi. Sono 49 le persone decedute nei centri di trattamento del colera a Lubumbashi.

A Likasi, città di 350mila abitanti situata a circa 100 km a nord di Lubumbashi, 1486 pazienti sono stati ricoverati nel centro di trattamento del colera di MSF a partire da metà dicembre, 48 dei quali sono morti. I dati epidemiologici della prima settimana di febbraio confermano la tendenza al rialzo, nonostante questo aumento sia meno importante: 404 pazienti sono stati registrati al centro di trattamento del colera di MSF, contro i 381 dell'ultima settimana di gennaio e i 275 della settimana precedente. Il ritmo dei ricoveri resta molto elevato, con circa 60 nuovi malati ogni giorno. In media, 160 pazienti sono ricoverati nella struttura di MSF. Ventuno persone hanno perso la vita a causa del colera questa settimana.

"Per quanto riguarda le cure siamo in grado di far fronte all'aumento del numero dei pazienti ma le cause dell'infezione devono essere combattute con più forza",continua Bertrand Perrochet. "Siamo estremamente preoccupati, in particolare per la mancanza di accesso all'acqua potabile nei quartieri popolari di Lubumbashi e di Likasi. Se davvero si vuole arginare queste epidemie di colera, occorre fare molto di più a livello dell'acqua".
In particolare, la città di Likasi vive da molti anni grandi difficoltà nel rifornimento di acqua potabile. Sembra che le sorgenti contaminate dove la gente prende l'acqua siano all'origine dell'epidemia e del suo peggioramento nel quartiere di Kikula, da dove proviene circa il 90% dei malati. "I mezzi necessari per rispondere a questo problema sono considerevoli e richiedono un investimento di lungo periodo", aggiunge Bertrand Perrochet. "Ma se non verrà fatto qualcosa, l'epidemia può non solo aumentare ma anche propagarsi ad altre località".
Secondo i dati delle Nazioni Unite, meno del 50% della popolazione in Katanga ha accesso all'acqua potabile.

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