I romeni negli ultimi anni sono diventati la prima collettività di immigrati: all'inizio del 2007 erano 556 mila secondo il Dossier Caritas/Migrantes. Sono aumentati anche successivamente, ma su questi nuovi flussi non sono disponibili dati ufficiali, a differenza di quanto avviene per gli immigrati non comunitari.
In ogni modo i dati statistici attestano che si tratta di un aumento e non di una invasione, anche perché non ne sussistono le condizioni: la Romania, infatti, ha una situazione demografica caratterizzata dall'invecchiamento e ciò attenuerà la pressione migratoria. Nel frattempo si sono sviluppate nuove mete migratorie, come la Spagna, e possibilità più allettanti di inserimento lavorativo più qualificato, come avviene in Gran Bretagna.
Una riflessione serena va condotta sulle centinaia di migliaia di romeni presenti in Italia inseriti in diversi comparti lavorativi, dal settore dell'assistenza alle famiglie all'edilizia, e anche come imprenditori, senza contare quelli che realizzano un inserimento temporaneo per poi rimpatriare e quindi tornare di nuovo secondo un pendolarismo vero e proprio.
I 14 mesi successivi all'ingresso della Romania nell'UE sono stati caratterizzati dall'entusiasmo dei nuovi arrivati e dalla paura da parte nostra, che, alimentata da alcuni episodi di violenza, ha portato ad accentuare l'allarme sicurezza e la diffidenza nei confronti della collettività romena e ancor di più dei rom. Tuttavia, una ferma condanna di questi episodi di violenza non deve portare a generalizzazioni ai danni di un'intera collettività e a confondere l'immigrazione con l'illegalità.
In questa fase in cui sono venuti meno i toni accesi, le strutture della Chiesa Cattolica italiana (Pastorale del Lavoro, Caritas, Migrantes) hanno voluto dedicare una giornata di riflessione al tema "immigrazione, lavoro e legalità", partendo proprio dal caso controverso dei romeni e dalle prospettive di integrazione che la società italiana e i nuovi venuti romeni dovranno nei prossimi anni impegnarsi a costruire.
La riflessione porta a legare organicamente i vari spezzoni di conoscenza. Non tutti sanno, ad esempio, che fino alla seconda guerra mondiale noi italiani eravamo immigrati ben accolti in terra romena, dove attualmente operano circa 20 mila imprese italiane. La manodopera romena è molto preziosa e spesso fondamentale in determinati contesti. Gli immigrati stimolano anche gli scambi bilaterali in questa fase in cui l'Italia è chiamata a riposizionarsi nello scacchiere mondiale. Infine, non vanno dimenticati gli aspetti culturali, richiamandosi questi immigrati alla comune origine latina, e quelli religiosi, perché in tutta Italia la comunità cristiana sta vivendo un'ampia esperienza di condivisione con quella romena, sia ortodossa che greco-cattolica.
Partendo dal "controverso caso" dei romeni i relatori del Convegno spiegheranno che l'immigrazione è sì una questione di sicurezza, ma anche molto di più.