di Benedetta Verrini L'Onu ha lanciato un appello ai paesi donatori chiedendo che vengano stanziati per i prossimi tre mesi 3,5 milioni di dollari per combattere il diffondersi del contagio. Esperti dell'Oms stanno contattando i leaders delle tribu' affinche' informino la popolazione dei pericoli di contagio. "Il nostro messaggio e' molto chiaro: state lontani dalle persone malate, non toccatele". C'e' il rischio concreto che l'epidemia possa allargarsi oltre i confini dell'Angola. Nel vicino Congo si e' infatti verificato un caso di morte sospetta. La provincia angolana piu' colpita' resta quella di Uige, dove hanno operato i nove medici ricoverati nei giorni scorsi per accertamenti nell'ospedale Spallanzani a Roma. "Stanno bene e non hanno contratto alcuna malattia. Presto torneranno in Angola", ha sottolineato Anna Talami, responsabile del Cuamm, la Ong di Padova per la quale lavorano i medici sottoposti a controlli. "Serve materiale di protezione sanitaria - ha aggiunto Talami - ma servono soprattutto somme di denaro che ci consentano di comprarlo direttamente dal Sudafrica senza aspettare invii dall'Italia". Gli ospedali, conferma l'Oms, si sarebbero trasformati, paradossalmente, in focolai d'infezione poiche' medici e infermieri non sono sufficientemente preparati a fronteggiare questa patologia che appare piu letale del virus Ebola. Vita, 9 aprile 2005

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