Nelle ultime settimane, i nove difensori dei diritti umani avevano denunciato le irregolarità delle elezioni di fine dicembre e le violazioni dei diritti umani commesse dalla polizia e dalle bande armate, comprese quelle formate dai kikuyu.
Quattro di loro sono citati in un volantino non firmato diffuso all'interno della comunità kikuyu, nel quale vengono elencati i nomi di 25 persone, definite "traditori che vivono tranquillamente in mezzo a noi", e viene fatto un velato invito alla loro uccisione.
I nove difensori dei diritti umani hanno adottato alcune precauzioni, abbandonando le proprie abitazioni ed evitando ulteriori dichiarazioni pubbliche. Amnesty International chiede al governo del Kenya di garantire l'incolumità e la protezione di tutti i difensori dei diritti umani, indagare sulle minacce e portare di fronte alla giustizia i responsabili.
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Dopo le elezioni generali e l'insediamento del presidente Mwai Kibaki, il 30 dicembre 2007, le violenze sono scoppiate in tutto il paese, istigate soprattutto dai sostenitori del partito di opposizione, il Movimento democratico arancio, che ritiene irregolare lo svolgimento delle elezioni.
Vi sono stati numerosi attacchi contro i kikuyu, con machete, pugnali, pietre, frecce e archi. Le bande armate kikuyu hanno aumentato le rappresaglie contro i due gruppi etnici, i luo e i kalenjin, che sostengono il candidato dell'opposizione, Raila Odinga. La polizia ha fatto ricorso a un uso eccessivo della forza contro i manifestanti, con esiti mortali. Il bilancio delle violenze è di almeno 600 vittime e oltre 250.000 sfollati. Altre migliaia di persone si sono rifugiate oltre confine, in Uganda e Tanzania.
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