"Con la sentenza della Corte di Strasburgo le istituzioni si sono schierate dalla parte dell'aspirante genitore adottivo, difendendo innanzitutto un suo presunto diritto alla genitorialità. - ha dichiarato il presidente di Amici dei Bambini Marco Griffini in merito alla decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo di condannare la Francia per aver negato l'adozione ad una donna omosessuale - Mi chiedo tuttavia se la Corte di Strasburgo abbia realmente tutelato il diritto del bambino abbandonato a crescere con una mamma e un papà. In questa vicenda è il bambino la vera vittima di discriminazione, non l'aspirante madre adottiva.
Infatti se è vero che ogni persona può decidere liberamente il compagno con cui vivere secondo i propri orientamenti sessuali, è altrettanto vero che questa scelta non può ricadere su un minore abbandonato, che ha già vissuto sulla sua pelle il trauma dell'abbandono. La vera discriminazione, vista dalla parte del bambino, è quella di costringerlo ad essere in un contesto di relazione "diverso", e comunque non idoneo ad una crescita armoniosa."

"In tanti anni di lavoro al fianco dei bambini abbandonati abbiamo capito che il loro "sogno" è solo uno: essere amati da una mamma e un papà - ha dichiarato la psicologa di Amici dei Bambini Lisa Trasforini, co-autrice del libro " Voglio una mamma e un papà. Coppie omosessuali, famiglie atipiche e adozione" edito da Ancora - Amici dei Bambini - Ogni minore abbandonato ha il diritto di essere accolto da una coppia di genitori in cui la donna svolga la funzione di protezione e cura tipica della figura materna, mentre all'uomo sia legata la sfera del rispetto delle regole tipica della figura paterna. Qualora manchino questi punti di riferimento, è ovvio che una coppia di omosessuali, siano essi due donne o due uomini, costringono il minore a crescere in una situazione "diversa" e limitante.

Il "dire no" all'adozione da parte di coppie omosessuali non intende escludere la capacità di cura e sensibilità ai bisogni del bambino da parte di un omosessuale, piuttosto si fonda su considerazioni legate al corretto sviluppo della personalità del bambino. Per diventare un adulto sereno e responsabile il bambino dovrebbe avere modelli affettivi e sessuali che riflettano ruoli chiari e codificati, accettati a livello sociale."

Essere genitori non è un diritto né degli eterosessuali né degli omosessuali, essere figlio è invece un diritto di ogni essere umano, perché è la condizione essenziale senza la quale la vita non può esistere: per Amici dei Bambini è questo il punto intorno a cui dovrebbe ruotare il dibattito sull'adozione ai gay.

Laura Salerno
Ufficio stampa Ai.Bi.
Amici dei Bambini
02 98822.347
www.aibi.it  

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